Esteri

L’attentato a Gerusalemme che ferma la via della tregua chiesta dall’Onu

di Ernesto Ferrante -



Dopo l’accordo per prolungare la tregua di altre 24 ore a Gaza, un attentato davanti alla fermata di un autobus ha scosso Gerusalemme. Le vittime sono due ragazze di 16 e 24 anni e un uomo di 73 anni, il rabbino Elimelech Waserman. Quattro i feriti gravi. I due attentatori, palestinesi di Gerusalemme est, sono stati uccisi. Sono arrivati in automobile. Scesi dalla vettura hanno impugnato un fucile M16 e una pistola aprendo il fuoco. Sarebbero “miliziani di Hamas”. Si chiamavano Murad e Ibrahim Namer, rispettivamente di 38 e 30 anni, e avrebbero già scontato pene detentive per il loro coinvolgimento in “attività terroristiche”.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, riferendosi all’attentato terroristico di questa mattina a Gerusalemme, ha dichiarato che il governo “continuerà ad espandere la distribuzione di armi ai civili”, poiché “questa è una misura che si è dimostrata più volte necessaria nella guerra contro il terrorismo”. Il ministro israeliano della Difesa Benny Gantz non ha dubbi: “Questo attacco terroristico è un’ulteriore prova del nostro obbligo di continuare a combattere con forza e determinazione contro il terrorismo omicida che minaccia i nostri cittadini. A Gerusalemme, a Gaza, in Giudea e Samaria e ovunque”.
Pechino chiede una “tregua umanitaria duratura e prolungata” nel conflitto “con effetto immediato nell’ambito di un cessate il fuoco globale e della fine dei combattimenti”. Lo si legge nel documento del ministero degli Esteri cinese basato su più punti, tra cui il cessate il fuoco globale, la protezione dei civili, la garanzia dell’assistenza umanitaria, l’aumento della mediazione diplomatica e la ricerca di una soluzione politica. La Cina spinge per la “soluzione dei due Stati” e dei negoziati diretti tra Palestina e Israele.


Secondo il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, “l’estensione della tregua è un raggio di speranza e di umanità in mezzo all’oscurità della guerra”. Guterres ha ribadito come “il dialogo che ha portato all’accordo deve continuare, sfociando in un cessate il fuoco umanitario totale a beneficio della popolazione di Gaza, di Israele e della regione nel suo insieme”, continuando ad esortare “tutti gli Stati a usare la loro influenza per porre fine al conflitto e compiere passi irreversibili verso l’unico futuro sostenibile per la regione: una soluzione a due Stati”. Egitto e Qatar premono per una sospensione delle ostilità di altri 2 giorni. I negoziatori egiziani e qatarioti starebbero spingendo in tale direzione. Lo riporta Haaretz. Il segretario di Stato Usa Anthony Blinken, all’inizio di un incontro con il capo dello Stato Isaac Herzog, ha parlato dei progressi fatti e delle aspettative dell’amministrazione Biden per le prossime settimane: “Nell’ultima settimana abbiamo visto sviluppi molto positivi, di ostaggi che ritornano a casa e si riuniscono con le famiglie. Questi sforzi diplomatici hanno consentito inoltre un aumento nella spedizione di aiuti umanitari per i civili innocenti di Gaza che ne hanno un bisogno disperato. Questo processo produce dunque effetti e spero continui”. Il premier Benjamin Netanyahu ha espresso al capo della diplomazia Usa la riconoscenza di Israele per il sostegno “fin dall’inizio nella guerra per la eliminazione di Hamas e per garantire la liberazione degli ostaggi”. L’impegno degli Stati Uniti in Medio Oriente, al fianco di Tel Aviv, riduce inevitabilmente la portata dell’assistenza a Kiev. L’Ucraina, fino a questo momento, ha ricevuto più di 44 miliardi di dollari da Washington e più di 35 miliardi di dollari da altri alleati. Il Pentagono ha solo una quantità ridotta di denaro nel bilancio di quest’anno per continuare ad inviare armi a Zelensky e il Congresso non ha ancora preso in considerazione un pacchetto di spesa supplementare che includa nuovi aiuti. Gli Usa non possono permettersi due fronti aperti. La Russia osserva, preparandosi per “approfittarne”.


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