Cultura & Spettacolo

Lavorare la terra per amarla

di Angelo Vitale -


“Disincanto e re-incanto. La transizione ecologica: un nuovo modo di vivere” non è l’ennesimo libro sulla transizione ecologica, anche se la cita nel sottotitolo. Il profilo dell’autore del volume delle Edizioni del Credito Cooperativo può aiutare a capire. Don Domenico Cravero è sacerdote, parroco di Poirino in provincia di Torino, psicologo, psicoterapeuta e sociologo. Ha fondato decine di comunità terapeutiche ed è il creatore di un sistema di cura e abilitazione attraverso l’agricoltura, l’agricura, nato talvolta in luoghi ove, in passato, i giovani morivano a decine per overdose.
Stavolta, partendo dal percorso formativo di dipendenti e volontari di una cooperativa agricola sociale, don Cravero racconta come combinare il lavoro della terra e la qualità della vita, il buon cibo e la mobilitazione delle persone nella transizione ecologica, il rispetto – la venerazione – per la natura e quello per gli animali.
Nella prefazione l’economista Luigino Bruni ricorda le competenze e i saperi che il lavoro della terra da parte di donne e uomini ha accumulato nel tempo e avverte: non è un libro che cavalca la moda green. E’ un viaggio alle radici delle ragioni – tutte: quelle etiche, antropologiche, teologiche ed economiche – della crisi ambientale contemporanea. Un viaggio imperniato sul suolo, sul cibo e sul cielo.
L’autore parte dalla terminologia che è diventata usuale e frequentatissima in questo ultimo anno, in analisi di quanto viviamo: la tempesta perfetta. La pandemia, la guerra, i fenomeni climatici estremi, la crisi economica. Tutti ci siamo riscoperti individui, bisognosi di relazioni. La natura, allora, può aiutare. Il suolo, se lo calpestiamo con il degrado e il semplice sfruttamento per farlo scomparire sotto la cementificazione, lo avveleniamo. il suolo dà da vivere: il cibo, che incorpora relazioni ed è pratica di vita. Il cielo, come confine del quotidiano, nel mondo che deve essere metro di saggezza. Dove abbiamo nutrito un eccesso delle aspettative dai benefici della tecnologia. Il consumismo, dice don Cravero, ha creato il disincanto. Il re-incanto deve essere popolare. Uscendo dalla paura e dall’isolamento, l’educazione ambientale deve essere popolare. E anche la mobilitazione deve essere popolare. Non importa quanto numerosa, perché conta l’intensità della passione. Quella spesa nei laboratori da cui è nata l’idea di questo libro. Affiancati dalle parole del nuovo vocabolario ecologico: smart city, smart land, agricoltura 4.0, economia circolare, cittadinanza attiva, ecopedagogia, società complessa, lotta allo spreco, crowdsourcing, crowdlending, vulnerabilità, crescita/decrescita, sovranità alimentare, rivoluzione digitale, economia contributiva, fablaker e markers, agrotettura. Messe a confronto con parole della sapienza antica: eucosmia, eunoia, phantasia, eudaimonia, philia, cosmos. Un’immersione consapevole nella natura, con la stessa intensità – questo l’invito di don Cravero – che riserviamo ogni giorno alla tecnologia.

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