Cronaca

Le bombe nel Baltico: preso a Rimini un ucraino/1

Nel numero de L'identita in edicola domani i dettagli dell'indagine in Germania sulle esplosioni di tre anni fa

di Angelo Vitale -


Serhii K., cittadino ucraino, è stato arrestato a Rimini durante la scorsa notte, sospettato di aver contribuito al coordinamento dell’attentato ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 avvenuto nel settembre 2022. Secondo le autorità tedesche che procedono contro di lui, Serhii K. avrebbe collaborato con un team eseguendo un’operazione subacquea tramite una barca a vela noleggiata per avvicinarsi ai gasdotti e piazzare esplosivi vicino all’isola danese di Bornholm. In particolare, Serhii K., munito di documenti falsi alla pari degli altri attentatori – sarebbe stato una figura di coordinamento e supervisione dell’operazione.

Dalla vacanza al carcere per le bombe nel Baltico

L’arresto a Rimini – ne era sta segnalata la sua presenza sul posto per una vacanza con i familiari – è avvenuto su mandato europeo emesso dalla Germania, che lo accusa di concorso in esplosione, sabotaggio anticostituzionale e distruzione di proprietà. Ora sarà estradato in Germania per affrontare il processo. Le indagini tedesche sono le uniche ancora aperte, mentre quelle di Svezia e Danimarca si sono concluse senza identificare i colpevoli.

L’operazione Diametro

L‘attentato ai gasdotti Nord Stream avvenne il 26 settembre 2022 nel Mar Baltico, colpendo Nord Stream 1 e Nord Stream 2. Un attentato tuttora rimasto insoluto nella sua ispirazione e nella sua attuazione, che ora ritorna alle cronache.

Un episodio che tre anni fa aprì uno squarcio sulle possibilità di allargamento del conflitto avviato il 24 febbraio di quell’anno con l’invasione russa dell’Ucraina. Con quelle bombe scoppiate nella notte nel Baltico fu ancor più evidente all’Europa e a tutto l’Occidente la portata della guerra e le conseguenze che poteva provocare.

L’operazione fu chiamata “Diametro”. hanno tentato di ricostruirla nel tempo numerose inchieste giornalistiche – anche L’identità lo fece nel 2023 – , mentre le indagini avviate nei vari Paesi procedevano a rilento o si arenavano.

Una storia che L’identità proverà a raccontare nel prossimo articolo, qui sul portale del giornale.

(segue)


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