Esteri

L’India alla conquista della Luna

di Martina Melli -


Dopo ex Unione Sovietica, Stati Uniti e Cina, ora è l’India a prepararsi allo sulla Luna. A pochi giorni dal fallimento di un lander russo, stamattina l’agenzia spaziale indiana ha rilasciato le immagini provenienti dal tentativo di atterraggio sul polo sud lunare. La navicella spaziale Chandrayaan-3 dell’Organizzazione indiana per la ricerca spaziale (ISRO) era stata in corsa con la Russia per essere la prima ad atterrare sull’area sud del satellite, una regione i cui crateri potrebbero contenere ghiaccio d’acqua a supporto di un futuro ipotetico insediamento lunare.

Domenica, in seguito alla notizia del fallimento della missione russa Luna-25, l’ISRO ha ufficializzato l’atterraggio di Chandrayaan-3 il prossimo 23 agosto. Tutti i sistemi sulla navicella funzionano perfettamente e non dovrebbero subentrare imprevisti di alcun tipo, ha detto l’agenzia. La missione Chandrayaan – “veicolo lunare” in hindi e sanscrito – è il secondo tentativo dell’India di atterrare sul polo sud della luna. Nel 2019, la missione Chandrayaan-2 dell’ISRO schierò con successo un orbiter ma il suo lander finì per schiantarsi. Il terreno accidentato infatti rende difficile la manovra, e già un primo atterraggio sarebbe uno storico risultato. Il ghiaccio d’acqua della regione potrebbe fornire carburante, ossigeno e acqua potabile alle missioni future. Gli scienziati dell’ISRO hanno affermato di aver appreso dal fallimento della precedente missione e di aver apportato significative modifiche a Chandrayaan-3: la navicella è ora dotata di più carburante, più pannelli solari e una struttura più robusta.

La missione dell’India è partita il 14 luglio e la scorsa settimana il modulo lander di Chandrayaan-3 si è separato dal modulo di propulsione. Un allunaggio di successo renderebbe l’india una potenza spaziale: il governo del primo ministro Narendra Modi da tempo cerca di stimolare gli investimenti nei lanci privati ​​e nelle relative attività basate sui satelliti. “Se Chandrayaan-3 avrà successo, rafforzerà la reputazione dell’agenzia spaziale indiana in tutto il mondo. Dimostrerà che l’India sta diventando un protagonista dell’esplorazione spaziale”, ha affermato Manish Purohit, ex scienziato dell’ISRO. Non solo, attirerebbe l’attenzione su un’ingegneria spaziale a costi competitivi: il Chandrayaan-3 infatti è stato lanciato con un budget di circa 6,15 miliardi di rupie (74 milioni di dollari), meno del costo di produzione del thriller spaziale hollywoodiano del 2013 “Gravity”. Anche i dirigenti della nascente industria spaziale indiana si aspettano una spinta: il numero di startup spaziali nel Paese è più che raddoppiato dal 2020.


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