Attualità

L’INGRANDIMENTO 

di Eleonora Ciaffoloni -

77° ANNIVERSARIO ECCIDIO DELLE FOSSE ARDEATINE


Fosse ardeatine meloni: “massacrati perchè italiani” e scoppia la polemica

Nuovo giorno, nuova polemica.
Anzi, nuova occasione per farla. Perché ogni passo falso – o presunto tale – sembra buono per andare all’attacco di Giorgia Meloni.
È il gioco dell’opposizione che ieri, nel giorno del 79esimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, fa polemica sulle dichiarazioni fatte da Giorgia Meloni. “Settantanove anni fa 335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella – ha scritto la premier -. Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 innocenti massacrati solo perché italiani”.
Certo, italiani, ma non sono stati uccisi per quello. Questa è stata la replica immediata dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e delle opposizioni: “Le vittime non furono uccise solo perché italiane. Erano italiani, ma furono scelti in base a una selezione che colpiva gli antifascisti, i resistenti, gli oppositori politici, gli ebrei”.
Una querelle che piace, quella legata alla “F word”, per cui ogni occasione è buona per farla tornare alla ribalta. La premier Meloni, da Bruxelles dove era impegnata con il Consiglio europeo, ha risposto alla polemica. “Li ho definiti italiani, che vuol dire che gli antifascisti non sono italiani? Sono stata onnicomprensiva…”.
Possiamo chiamarla polemica, precisazione, o incomprensione, che però si risolve sempre in un’unica soluzione: il solletico a Giorgia Meloni. Si può essere d’accordo o meno sul “modo” di ricordare l’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, come si può essere d’accordo che il lavoro dell’opposizione è quello di opporsi, appunto. Eppure, la polemica sulle parole utilizzate da Giorgia Meloni per il giorno del ricordo non sembra il modo migliore per far perdere appeal a una premier che il consenso lo guadagna – o almeno, lo mantiene – dal giorno della sua elezione. Anzi, una polemica sterile ha spesso il potere di rafforzare un leader che segue la rotta senza particolari ostacoli. Un’opposizione serve, è la democrazia. Ma serve sui temi, in Parlamento, in contrasto a idee differenti, serve per formare un dibattito costruttivo. Ed emerge un dubbio: che manchino gli argomenti?

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