Politica

L’INTERVISTA – “L’ultima chance di Beppe e Conte per non far morire il Movimento”

A colloquio con Vito Petrocelli, ex presidente della commissione Esteri e ormai ex senatore del Movimento 5 Stelle.

di Edoardo Sirignano -

Sen. Vito Petrocelli ex presidente della commissione Esteri ©imagoeconomica


A colloquio con Vito Petrocelli, ex presidente della commissione Esteri e ormai ex senatore del Movimento 5 Stelle.

“Una scelta concordata per non dare l’ennesimo colpo a un Movimento, che non ha a nulla a che vedere con quello delle origini”. Sono le parole di Vito Petrocelli, ex 5 Stelle, nel giorno in cui è stato stabilito che non ci sarà alcuna deroga alla regola dei due mandati.

È d’accordo con quanto deciso dai vertici pentastellati?
“Ho comunicato da tempo che qualunque fosse stata la scelta di Conte o Grillo, non mi sarei più ricandidato. Dieci anni è un limite giusto”.

Dopo la rottura con Di Maio, tale presa di posizione potrebbe generare nuove fratture?
“Non sono in grado di dirlo perché ci troviamo di fronte a cambiamenti rapidi. Sentendo molti amici, però, posso confermare che il M5s è diviso. Alcuni sono d’accordo con l’ipotesi di fermarsi a due mandati. Altri hanno sempre avuto un’idea diversa”.

Ritiene, quindi, che per qualcuno sia stata una doccia fredda…
“Non è un fulmine a ciel sereno per nessuno, anche per gli scontenti che avrebbero avuto voglia di continuare l’esperienza in Parlamento”.

Fuori dall’aula resteranno big come Fico, Bonafede e Toninelli. Cosa significherà per i gialli?
“Dipende dal ruolo che avranno nel M5s, a prescindere dalla candidabilità. Se si riesce a sfruttarne esperienza e competenza, i danni saranno minori. Adesso è importante capire quale possa essere il modo migliore per coinvolgerli”.

Qualcuno pensa già a fare il sindaco o il governatore?
“Ritengo più che altro che ci saranno ruoli all’interno del partito. Non per forza bisogna essere protagonisti in altre competizioni elettorali”.

Il mancato superamento del doppio mandato, premia la linea Conte?
“È una scelta concordata tra le due figure apicali del M5s. Non indebolisce nessuno. Grillo è stato il primo a lanciare la proposta, Conte ha accettato. Se l’ex premier si fosse impuntato, l’unica strada sarebbe stata un’ulteriore rottura. Non so se sarebbe morto o meno il Movimento, ma il contraccolpo sarebbe stato forte”.

Quale sarà il futuro di Petrocelli?
“Non ho intenzione di aderire ad altri partiti, né di tornare a candidarmi”.

Volendo dare un voto al suo trascorso grillino…
“Dopo dodici anni il bilancio è positivo. Il passato non si può cancellare. Detto ciò, sono deluso e non poco dalla mancanza di coraggio degli ultimi mesi. Troppe volte è stato ignorato il programma del 2018. Conte ha preferito la linea moderata alle posizioni coraggiose. Un esempio la politica estera, ma anche quella economica e sociale. Ormai i pentastellati sono la sinistra moderata”.

La base condivide la svolta voluta dall’ex premier?
“Lo zoccolo duro di oggi è dalla sua parte. Tale modus operandi, però, non mi appartiene. Ecco perché sono fuori. Le posizioni delle origini, le righe del programma del 2018 sono sempre stati i miei capisaldi”.


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