Teheran è disposta ad accettare “restrizioni all'arricchimento dell'uranio” in cambio della revoca delle sanzioni
L’Iran si sta muovendo a più livelli per scongiurare gravose restrizioni e trovare al contempo nuovi sbocchi commerciali. Il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, si recherà a New York nelle prossime settimane. Ad annunciare la missione presidenziale è stato il portavoce del ministero degli Esteri, Esmaeil Baghaei. Pezeshkian parteciperà a un evento in occasione dell’80mo anniversario della nascita delle Nazioni Unite. “Secondo la legge, l’America non ha il diritto di limitare il viaggio della delegazione iraniana a New York, ma lo sta facendo”, ha aggiunto Baghaei, riferendosi alle possibili restrizioni sui visti per i membri della delegazione di Teheran.
Il ministro degli Esteri dell’Iran Araghchi apre alla trattativa
La Repubblica islamica dell’Iran è disposta ad accettare una “sorveglianza rigorosa” e “restrizioni all’arricchimento dell’uranio” in cambio della revoca delle sanzioni internazionali. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi in un messaggio sul Guardian indirizzato a Francia, Regno Unito e Germania, riuniti nel gruppo E3. “L’Iran è pronto a concludere un accordo realistico e duraturo che preveda una sorveglianza rigorosa e restrizioni all’arricchimento in cambio della revoca delle sanzioni”, ha scritto Araghchi, avvertendo che “non cogliere questa breve finestra di opportunità potrebbe avere conseguenze devastanti di un livello senza precedenti per la regione e oltre”.
L’apertura è arrivata in un momento non facile. A fine agosto, il gruppo E3 ha attivato all’Onu il meccanismo di “snapback” per il ripristino delle sanzioni, lasciando all’Iran un mese per negoziare ed evitare nuove misure. Il ministro ha incontrato a Doha il capo della diplomazia europea Kaja Kallas per discutere “dell’accesso degli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica ai siti nucleari iraniani e del destino delle scorte di uranio altamente arricchito”, stando a quanto ha fatto sapere un funzionario dell’Ue.
Il rapporto dell’Aiea
Da un rapporto riservato dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) visionato dall’Afp, amerge che l’Iran avrebbe accelerato il ritmo di produzione delle sue scorte di uranio arricchito al 60%, un livello vicino al 90% necessario per la fabbricazione di un’arma nucleare. L’Agenzia ha precisato che allo scorso 13 giugno, data di inizio della “guerra dei 12 giorni” iniziata da Israele, il totale di uranio arricchito era di 440,9 kg.
Tiene banco anche la questione petrolifera. Il leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha espresso preoccupazione per i livelli di produzione petrolifera del Paese, sollecitando una diversificazione dei mercati di esportazione. In un incontro con i membri del gabinetto, Khamenei ha detto: “La produzione di petrolio nel Paese – con l’importanza che ha nell’economia, che è evidente – è bassa. I nostri metodi di produzione del petrolio sono metodi vecchi; gli strumenti sono vecchi…Siamo indietro rispetto a molte delle regioni ricche di petrolio del mondo”.
Khamenei ha sottolineato la necessità di “più dinamismo” nelle vendite all’estero, evidenziando l’importanza di avere “molti e diversi clienti”, pur riconoscendo che la Cina rimane il principale acquirente. La maggior parte del greggio iraniano, circa il 92%, è destinata al “Dragone”.