Ambiente

l’Italia è il terzo importatore mondiale di prodotti derivati da squalo

l’Italia è il terzo importatore mondiale di prodotti derivati da squalo

di Gianluca Pascutti -


Con il corpo sinuoso, i denti affilati come rasoi e uno sguardo glaciale, lo squalo è da sempre percepito come una creatura da temere. La sua immagine, alimentata da decenni di cinema sensazionalistico e racconti esagerati, lo ha reso il simbolo del pericolo marino per eccellenza. Ma dietro questa maschera di terrore si nasconde una realtà ben diversa: gli squali sono esseri fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema oceanico, e oggi più che mai rischiano di scomparire.

Secondo dati recenti della FAO, ogni anno oltre 100 milioni di squali e razze vengono uccisi per motivi commerciali, spesso in modo indiscriminato. Le stime indicano che circa un terzo delle specie di squalo è attualmente a rischio di estinzione, con cali demografici che, per alcune popolazioni, superano il 90%. Negli ultimi 50 anni, il numero globale di squali oceanici è crollato del 70%: una cifra allarmante che dovrebbe far riflettere governi e consumatori.

In questo contesto drammatico si inserisce Shark-Trade, un documentario indipendente firmato dai fratelli Andrea e Marco Spinelli — rispettivamente documentarista e biologo marino — frutto di oltre tre anni di lavoro tra Italia e Spagna. Il film si propone di raccontare non solo la crisi di conservazione degli squali, ma anche il ruolo spesso sottovalutato che l’Italia gioca in questo mercato.

Pochi sanno, infatti, che l’Italia è il terzo importatore mondiale di prodotti derivati da squalo, con quasi 100.000 tonnellate registrate, tra carne, pinne e altri derivati. Un dato che contrasta con l’immagine di un paese legato al mare in modo armonico e rispettoso.

Shark-Trade vuole ribaltare la narrativa dominante, trasformando lo squalo da mostro a vittima. «Gli squali sono in cima alla catena alimentare marina — spiega Marco Spinelli — e se scompaiono, si altera l’intero equilibrio dell’oceano». Il documentario, oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica, lancia un appello alle istituzioni: servono politiche più rigorose e trasparenti sul commercio marino.

In un’epoca di crisi climatica e perdita di biodiversità, proteggere gli squali significa proteggere il futuro dei nostri mari.


Torna alle notizie in home