Editoriale

Lo sbarco in Sicilia

di Tommaso Cerno -


È nata L’identità della Sicilia. Un nuovo giornale di carta e digitale. Rovescia la logica classica. Raccontiamo la cronaca prima di tutto. Perché oggi è dalle storie dei paesi che si comprende dove vada davvero la storia del Paese. E dalla vita di ognuno di noi che cambia si capisce meglio da dove vengano i veri pericoli globali, quanto ipocriti siamo stati e quanto pesano gli errori della classe politica europea sul domani di tutti.

Abbiamo scelto la Sicilia perché è il nuovo Nord del mondo. Perché di lì passa il futuro. Il vento, il mare e il sole che saranno presto il nuovo petrolio del pianeta. Ma anche le grandi migrazioni, che ci dicono che la lente del nuovo sistema globale è puntata sul Mediterraneo. Dove infatti abbiamo la sensazione di un incendio che nessuno sa domare. Quando nasce un giornale è come se nascesse un bambino, quindi è una festa bellissima. La Sicilia è dunque il luogo da cui riparte la narrazione giornalistica del Paese. Ogni giorno sentiamo queste parole: energia rinnovabile e Mediterraneo. La Sicilia sarà il luogo del futuro dell’Italia, il nuovo Nord. Rovescerà la carta geografica quando ci renderemo conto che le rinnovabili saranno sempre di più una realtà, quando il petrolio comincerà a essere qualcosa che se ne va. Il vento, il mare, il sole sono qui. Come qui ci sono le migrazioni che sono certo un problema, ma sono anche la prova che il mondo nuovo passa di qua. Quindi noi abbiamo ragionato a rovescio rispetto al classico giornale e abbiamo detto che dobbiamo andare a raccontare questo territorio.

Il linguaggio dell’identità della Sicilia sarà quello dei fatti. La Sicilia ha una narrazione di sé che anche la politica ha assecondato per lasciare ferme le cose. Questo è durato troppo tempo, ma c’è una vitalità, un coraggio, un senso civile in questo luogo più grande che nel resto d’Italia. Ci sono delle aziende straordinarie in Sicilia, ci sono delle persone che hanno costruito qui dei modelli che riguardano proprio il futuro, l’energia, la progettazione, l’ingegneristica, molto più avanzate di quelle del Nord Italia, che fanno fatica a entrare nel dibattito del paese, a trovare il loro spazio nel sistema di potere finanziario e politico italiano.

L’edizione cartacea è affiancata da quella digitale e multimediale, ed è pronta ad affrontare anche altre sfide dell’innovazione. Abbiamo anche un progetto sull’intelligenza artificiale, moderata dall’umanesimo del giornalismo, altrimenti quando arriverà da sola sarà troppo tardi. Abbiamo l’idea tecnologica, però abbiamo anche la sacralità del giornale. La carta è anche il feticcio e anche il rispetto della storia del giornalismo che noi proponiamo. Lanciamo grandi promozioni di abbonamento, per cui il giornale ti arriva a casa entro le 11 di mattina, bello incellofanato, che non si bagna se piove, stampato bene. Con un po’ di sacralità, perché i giovani possono anche sapere cosa dice L’identità prima di averlo in mano, con il digitale, ma quando vedono che c’è il rispetto per la carta sono capaci di prendere il vintage e trasformarlo in qualcosa di propulsivo per il domani. Il giornale è un’arma per dire chi sei, per dire che sei libero, che rifletti.


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