L’Ue non riesce ad affrontare neanche il nodo ora legale
La dimostrazione plastica dell'immobilismo di Bruxelles. Quanto si risparmia davvero con l'ora legale? I dati Terna
Stanotte torna l’ora solare ma il dibattito sull’ora legale, in Europa, rimane aperto. A dimostrazione del fatto che Bruxelles, pure quando vorrebbe, non sa scegliere. Non ci riesce. E la vicenda dell’orologio rimane là, da ben sette anni, a rappresentare l’immobilità bizantina di un’Unione che, tutto è tranne ciò che porta nel suo stesso nome. Unione, appunto.
L’ora legale e la Dis-unione europea
La Spagna è tra i Paesi che, più degli altri, vorrebbe abolire il cambio di orario. È stato Pedro Sanchez a rilanciare, nei giorni scorsi, la polemica. “Cambia di nuovo l’ora e, onestamente, non ha senso”, ha scritto in un post che ha pubblicato su X. Quindi ha aggiunto: “Aiuta a malapena a risparmiare energia e ha un impatto negativo sulla salute e sulla vita delle persone. Pertanto, oggi il governo spagnolo proporrà all’UE, in sede di Consiglio Energia, di porre fine al cambio stagionale dell’ora e chiederà che venga messo in atto il relativo meccanismo di revisione”. La proposta è arrivata ma, chiaramente, è stata rimbalzata.
L’ora giusta (per procrastinare ancora)
L’ora legale in Europa rimane nell’eterna convinzione di poterne parlare domani. Un domani che, da sette anni, non sorge. La vicenda non è questione di oggi. Ogni anno, da sette anni a questa parte, fioccano proposte, sondaggi, leggi per tentare di abolire l’ora legale. Una battaglia che risale addirittura ai tempi della Commissione Juncker e su cui si sarebbe impegnata pure Ursula von der Leyen nell’ottica della semplificazione. Un’altra promessa inevasa, che però lancia un allarme sull’attuale governance brussellese: se non riusciamo manco a decidersi sull’ora legale, come vogliamo rifondare l’Europa per far sì che riesca a stare al passo con le grandi sfide che gli scenari geopolitici ed economici attuali le impongono?
Quanto si risparmia con l’ora legale?
Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi da Terna, l’Italia, grazie all’ora legale, ha risparmiato poco più di novanta milioni di euro. Dalla società di gestione delle reti elettriche, difatti, hanno reso noto che “nei sette mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha beneficiato di minori consumi di energia per 310 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 120 mila famiglie. Il dato si traduce in un risparmio economico di oltre 90 milioni di euro”. Non male. Epperò non sembra di certo abbastanza. Terna, quindi, aggiunge: “Dal 2004 al 2025, secondo l’analisi di Terna, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di oltre 12 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2,3 miliardi di euro”.
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