Luglio, l’austerity dell’energia. Terna: consumi in calo del 3%
A luglio l’austerity dell’energia: secondo i dati di Terna consumi in calo, la domanda di elettricità nel nostro Paese è pari complessivamente a 30,1 miliardi di kWh. Numeri che, rispetto al 2022, rivelano una diminuzione del 3,3%.
L’indice Imcei elaborato da Terna che gestisce la rete di trasmissione nazionale, ha preso in esame i consumi industriali di circa 1.000 imprese energivore e registra una flessione dell’1,2% rispetto al luglio 2022.
In questo settore, sempre appesantito dai costi energetici, positiva la variazione dei comparti dei mezzi di trasporto, del cemento, calce e gesso, degli alimentari e della siderurgia, mentre si mantengono stabili le ceramiche e vetrarie. In flessione, invece, tutti gli altri settori dell’industry, in particolare quelli la cartaria e la chimica, solitamente critici.
In termini congiunturali, però, in questo luglio l’austerity dell’energia va letta bene: il valore della richiesta elettrica, se destagionalizzato e corretto dall’effetto temperatura ovviamente variabile, si manifesta in crescita (+1,2%) rispetto al mese precedente di giugno. E sul lungo periodo, da gennaio a luglio, la richiesta cumulata di energia elettrica in Italia si presenta in calo del 5% rispetto al 2022 (-4%).
Nel dettaglio del mese, invariato il numero dei giorni lavorativi (21) e stabile la temperatura media mensile mentre, a livello territoriale, la variazione è risultata differenziata: negativa al Nord e al Centro (rispettivamente -6,1% e -2,3%), positiva al Sud e nelle Isole (+1,6%).
Circa le fonti, nel mese di luglio la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’85,6% con la produzione nazionale e per la quota restante (14,4%), dal saldo dell’energia scambiata con l’estero, con una produzione nazionale netta pari a 25,9 miliardi di kWh, in diminuzione del 2,7% rispetto al 2022. Qui, le rinnovabili hanno prodotto complessivamente 11,6 miliardi di kWh, coprendo il 38,4% della domanda elettrica (+ 7,1% sul 2022) con il 38,4% nell’idrico, il 33,6% nel fotovoltaico, il 12,4% nelle biomasse, l’11,7% nell’eolico e il 3,9% nel geotermico.
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