Esteri

Macron non esclude l’invio di truppe occidentali in Ucraina

di Cristiana Flaminio -


Emmanuel Macron calza l’elmetto e non esclude l’invio di truppe occidentali in Ucraina. Il presidente francese, al termine della conferenza internazionale pro Kiev che si è tenuta a Parigi, ha ventilato l’ipotesi di un invio di soldati occidentali sul fronte caldissimo dell’Est Europa. “La sconfitta della Russia è essenziale per la sicurezza e la stabilità in Europa”, ha tuonato l’inquilino dell’Eliseo secondo cui l’intervento fisico, i cosiddetti boots on ground ucraino, non è da escludere. “Oggi non c’è consenso sull’invio di truppe di terra in modo ufficiale, scontato e approvato. Ma nella dinamica non è da escludere nulla. Faremo tutto il necessario affinché la Russia non possa vincere questa guerra”.

Le ragioni dell’impegno occidentale, Macron, le ha riassunte in apertura della conferenza di Parigi: “Siamo convinti, fin dal primo giorno di questa guerra, che ciò che sta accadendo in Ucraina non sia cruciale solo per l’Ucraina, ma anche per la nostra sicurezza collettiva e per la difesa di un ordine internazionale fondato sul diritto”. Il presidente francese ha spiegato: “L’Ucraina è già riuscita grazie all’eroica resistenza dei suoi soldati, anche grazie al nostro sostegno e alle misure prese fin dai primi giorni, a sconfiggere i disegni del Russia. L’operazione speciale che due anni fa doveva durare tre settimane è ancora in corso, con posizioni ormai stabilizzate sul fronte. Allo stesso tempo assistiamo, soprattutto negli ultimi mesi, ad un irrigidimento della Russia, un indurimento che si è manifestato in materia di politica interna crudelmente con la morte di Aleksej Navalny: l’abbiamo tutti formalmente condannata, ma ha segnato la linea di questo indurimento. Attraverso il perseguimento giudiziario degli oppositori politici, l’interdizione degli oppositori politici dalle elezioni, la morte di Navalny, il divieto aggiuntivo di nuove strutture, c’è un evidente indurimento”.

Insomma, Macron tiene in caldo le truppe e ristabilisce le posizioni: “L’Ucraina oggi è determinata, ha bisogno di noi, al di là di ciò che già abbiamo fatto, con sforzi di bilancio, economici e di capacità già considerevoli. Ma considerando quello che ho appena detto, oggi siamo non solo ad un punto che segna poco più di due anni dall’inizio di questa guerra di aggressione russa. Siamo indubbiamente nel momento di un risveglio necessario da parte di tutti noi, tenendo conto della trasformazione della minaccia dal punto di vista militare e strategico”.


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