Esteri

Amazzonia, la capitale Manaus in ginocchio per via della siccità

di Martina Melli -


La siccità in Amazzonia ha scatenato una crisi generale. I frequenti incendi boschivi hanno reso Manaus, la capitale, la seconda città con l’aria peggiore al mondo (al primo posto c’è un centro fortemente industrializzato in Thailandia). I livelli dei fiumi – i più bassi degli ultimi 121 anni – inevitabilmente isolano le comunità impedendo il commercio.

La città, di un milione di abitanti, è sempre stata circondata da una ricca foresta verde, dai fiumi Negro e Amazon attraversati da decine di imbarcazioni da diporto e dal cielo azzurro. Adesso, come racconta The Guardian, lo scenario è più distopico che altro: i fiumi si stanno prosciugando, tra le distese di fango e rifiuti; gli alberi non ci sono più e l’aria è densa di una foschia marrone, come nelle peggiori giornate di smog a Pechino. A causa dei numerosi incendi, i monitor che analizzano la qualità dell’aria, la scorsa settimana hanno registrato 387 microgrammi di inquinamento per metro cubo rispetto ai 122 di San Paolo, capitale economica del Brasile.

I motivi sono vari: il riscaldamento globale provocato dall’uomo e una stagione in atto particolarmente secca, aggravata da El Niñò, il fenomeno atmosferico che riscalda le acque dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale a tal punto da causare inondazioni, perturbazioni e siccità. Come se non bastasse,  molti locali convertono sempre più foreste in pascoli, bruciandoli regolarmente. Fearnside ha affermato: “Tutta la morte degli alberi dovuta a questi processi può contribuire ad avviare un circolo vizioso, in cui il legno morto lasciato nella foresta funge da combustibile per gli incendi boschivi, che hanno maggiori probabilità di scoppiare e diffondersi e sono più intensi e dannosi”. La situazione sta mettendo a dura prova il benessere della popolazione e al contempo sta minacciando la sopravvivenza dell’intero bacino amazzonico.

A causa del calore e della siccità, le navi mercantili fanno fatica a navigare i fiumi, a portare medicinali e risorse essenziali; per questo motivo molte comunità sono state tagliate fuori, e si sta rasentando la crisi umanitaria. La siccità ha colpito varie zone del Brasile: lo stato di Amazonas ha subito 2.770 incendi durante la stagione attuale, secondo i media locali la più calda mai registrata. Non solo. Anche se El Niñò travolge l’Amazzonia ciclicamente, i servizi antincendio locali non erano opportunamente preparati ed equipaggiati.

Philip Fearnside, ricercatore senior presso l’Istituto nazionale per la ricerca amazzonica, ha avvertito che la foresta pluviale sta andando verso un punto di declino irreversibile con l’allungarsi delle stagioni secche, insieme a più giorni di caldo estremo e assenza di pioggia. A questo proposito, le autorità statali dell’Amazzonia hanno convocato una riunione di emergenza per discutere della crisi climatica regionale e hanno chiesto assistenza al governo federale. 


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