Attualità

Mancini, il murales con un pallone insanguinato

di Angelo Vitale -


Inseguito dalle polemiche, l’ex ct della Nazionale italiana di calcio Roberto Mancini. Il nuovo ct della nazionale dell’Arabia Saudita – per lui fin da subito ricorrente la previsione di domande ripetute che gli sarebbero state fatte, in occasione di conferenze stampa, sulla situazione dei diritti umani del Paese nel quale ha deciso di proseguire la sua carriera – è stato immortalato con un pallone insanguinato nella nuova serie di murales dello street artist aleXsandro Palombo apparsi ieri allo Stadio San Siro di Milano e in altri punti della città in occasione del debutto della squadra allenata da Stefano Pioli nell’edizione 2023 della Champions League.

“Palombo ha realizzato – questa l’illustrazione dell’iniziativa in una nota stampa fatta pervenire ai media – opere di sensibilizzazione che ritraggono alcune star del calcio che hanno deciso di prestare il loro volto con ingaggi stellari al regno saudita di Mohammed bin Salman, dove la situazione sulla violazione dei diritti umani è molto grave”.

E allora i muri della biglietteria dello stadio San Siro e quelli di altre strade del capoluogo lombardo recano da ieri l’effigie di Roberto Mancini, Bin Salman, Ronaldo, Benzema e Neymar. L’occasione, la partita di Champions League tra il Milan e il Newcastle, la squadra inglese “che – viene spiegato nella nota di Palombo – nell’ottobre 2021 è stata acquistata dal Public Investment Fund, il fondo sovrano dell’Arabia Saudita controllato dal principe Mohammed bin Salman che ha acquisito anche il 70% dei quattro grandi club della Saudi Pro League, Al Nassr, Al Ittihad, Al Ahli e Al Hilal”.

Da anni, nonostante le denunce delle organizzazioni internazionali per la condizione dei diritti umani in Arabia Saudita, il regno di bin Salman nega che tali violazioni avvengano.

Negli ultimi anni, nel Paese, duramente limitate la libertà d’espressione, associazione e riunione e ripetuti gli arresti di molti attivisti che hanno espresso opinioni critiche, condannandoli in alcuni casi a lunghe pene carcerarie. Numerose anche le condanne a morte di attivisti sciiti. Nel Paese, consuetudine la tortura ed altri maltrattamenti ai danni dei detenuti nelle carceri.


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