Politica

Manovra pronta per l’ok rapido in Parlamento, l’opposizione protesta

di Angelo Vitale -


Disco verde alla manovra. Una rapida approvazione a Palazzo Chigi per la legge di bilancio, pronta per un rapido corridoio alle Camere senza emendamenti, con una mossa che fa storcere il naso all’opposizione (“Un colpo alla democrazia”, dice per Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro). La manovra si presenta come il modello di Stato sociale del governo, guardando alle esigenze degli italiani alle prese con un’economia disegnata dalle due guerre ai confini dell’Europa.

Una manovra, prima di essere licenziata, salutata dalla comprensione della Cisl. Il segretario Luigi Sbarra le attribuisce “respiro sociale, con attenzione ai più deboli”.

Il varo in Cdm conta su “24 miliardi così la Meloni -. E’ molto seria e realistica, non disperde risorse e le concentra su grandi priorità”. Subito, il riconoscimento di un “quadro abbastanza complesso” nonostante il quale il Cdm è riuscito “a confermare la difesa del potere d’acquisto delle famiglie e più soldi in busta paga per i cittadini con redditi medio bassi”.

Confermato il taglio del cuneo fiscale per il 2024: di 6 punti per i redditi fino a 35mila euro, di 7 per quelli fino a 25mila: “E’ un aumento in busta paga che corrisponde mediamente a circa 100 euro al mese, interessando una platea di 14 milioni di cittadini”.

“Per la sanità la priorità è l’abbattimento liste d’attesa – aggiunge la premier -. Con 136 miliardi raggiungiamo il più alto investimento mai previsto. Nel 2019 il fondo era di 115 miliardi, negli anni Covid tra i 122 e i 127 miliardi. Quindi,”tre miliardi in più”. Un tema che fa sollevare i 5Stelle: “La spesa sanitaria sale – osservano i Gruppi – ma lo stesso fanno spese e costo della vita. Per raggiungere il livello della media europea a questo governo mancano 20 miliardi”. Mentre il deputato Pd Alessandro Zan attacca: “Non c’è traccia di un adeguamento in linea con gli altri Paesi Ue, si favorisce la sanità privata negando cure a chi è in difficoltà”. Per Alessio D’Amato di Azione “il gioco delle tre carte, perché i 3 miliardi servono per il contratto dei medici e per il payback. Nessuna reale risorsa aggiuntiva”.

In manovra ci sono pure “aumenti contrattuali per il pubblico impiego per 7 miliardi – spiega Meloni -: oltre 2 per la sanità, 5 per gli altri settori”. Priorità al comparto sicurezza: “Un poliziotto non può prendere 6 euro l’ora di straordinario”.

Affinato il lavoro sul congedo parentale: “Aggiungiamo 1 miliardo per aumentare di un mese quello retribuito al 60%, che andrà ad aggiungersi a un primo mese all’80%”. E ancora: “Aumentiamo il fondo per gli asili nido: per il secondo figlio è gratis. Decontribuiamo le madri: quelle con due figli o più non pagheranno i contributi. Una donna che mette al mondo almeno due figli ha già offerto un importante contributo alla società, e lo Stato cerca di compensare pagando i contributi previdenziali”.

Una manovra che è figlia anche di una cura dimagrante imposta ai ministeri: “La maggior parte di questo lavoro è stato fatto chiedendo sacrifici ai ministeri. E’ un governo che non spreca risorse in mille rivoli, ogni anno cerchiamo di fare un passo avanti insieme. E’ questo il segnale che vogliamo dare agli italiani”. Le fa eco Giorgetti: “Tagliamo del 5% le spese discrezionali dei ministeri. Per le coperture oltre ai 15,7 miliardi di extra-deficit si sono reperite le coperture con 5 miliardi da tagli di bilancio, circa 2,5 miliardi di rimodulazioni spese anticipate al 2023 e, miracolosamente, il Parlamento non ha intaccato il fondo per la riduzione fiscale da 4 miliardi”.

Nella legge di bilancio “nessuna tassa di successione – registra soddisfatta Meloni – su chicchessia”. Mentre Giorgetti conferma il taglio di un quarto del canone Rai in bolletta, da 90 a 70 euro. Finora, il gettito a suo tempo deciso dal governo Renzi assicurava 1,85 miliardi.


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