Manovra, stallo sulla norma sul riscatto della pensione: tensioni in maggioranza
La norma sul riscatto della pensione rischia di uscire definitivamente dal testo della legge di Bilancio. Dopo ore di trattative e un confronto sempre più acceso in Commissione Bilancio del Senato, il governo ha già fatto un primo passo indietro. E’ stata cancellata la misura che incideva sul peso del riscatto della laurea ai fini dell’accesso al pensionamento anticipato. Un intervento che aveva sollevato forti critiche non solo da parte delle opposizioni e dei sindacati, ma anche all’interno della stessa maggioranza. In particolare la Lega spinge ora per sopprimere anche la norma che amplia le cosiddette “finestre mobili” per il prepensionamento, giudicata di fatto un irrigidimento dei requisiti.
L’intervento del Mef
Il ministero dell’Economia sta verificando se esistano le coperture necessarie per cancellare o rivedere il resto dell’intervento sulle pensioni. Norma inserita dal governo con un emendamento alla manovra e diventato rapidamente uno dei nodi politici più delicati. «Non era e non è certamente nostra intenzione aumentare i requisiti pensionistici», ha assicurato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, parlando alla Camera dopo l’informativa su Mps. Parole che mirano a rassicurare, ma che non bastano a placare le tensioni. Le prossime ore sono decisive: la maggioranza punta a chiudere il lavoro in Commissione Bilancio con il voto sul mandato al relatore. Il calendario è serrato. Il testo della legge di Bilancio è atteso lunedì in Aula al Senato, con il voto previsto per il 23 dicembre. Il passaggio finale alla Camera è fissato per il 30 dicembre.
Modifiche su modifiche al testo
Nel frattempo la manovra è stata oggetto di una vera e propria pioggia di riformulazioni. Dai dividendi delle holding agli affitti brevi a uso turistico, fino proprio alle norme sull’anticipo pensionistico e sul riscatto contributivo. Nelle ultime ore è stato ritirato anche un intervento che prevedeva lo svolgimento delle votazioni del 2026, dal referendum sulla giustizia alle elezioni suppletive. Dopo le proteste delle opposizioni, il governo ha annunciato che la misura confluirà in un decreto legge ad hoc. A sorpresa è arrivata anche una modifica in materia di armamenti, con norme volte a rafforzare le capacità industriali della difesa e a qualificare come strategici alcuni progetti infrastrutturali. Un “blitz gravissimo”, secondo Angelo Bonelli di Avs, che accusa l’esecutivo di voler trasformare le fabbriche italiane in luoghi di produzione di armi.
La norma per il riscatto della pensione resta il punto più controverso
Sul fronte economico sono state invece ripristinate le risorse per radio e televisioni locali per il 2026, evitando un taglio da 20 milioni annui. Riformulata anche la rottamazione quinquies: il tasso di interesse scende dal 4% al 3%, con cartelle spalmate su nove anni e 54 rate. Le opposizioni attaccano duramente. Giuseppe Conte parla di “caos totale” sulla manovra, mentre il Partito democratico denuncia un fallimento evidente sulle pensioni: «Dopo le promesse di superare la Fornero, si va nella direzione opposta». In questo clima, la partita sulla norma del riscatto per la pensione resta uno dei punti più controversi e simbolici di una manovra ancora tutta da definire.
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