Politica

Meloni al Festival delle Regioni: “Sento peso delle responsabilità. No ai personalismi”

di Eleonora Ciaffoloni -


La premier Giorgia Meloni è arrivata a Torino per partecipare alla giornata conclusiva del Festival delle Regioni (con tanto di contestazione). Nel suo discorso a Piazza Castello ha ricordato come “L’Italia sia un mosaico di territori dalle potenzialità straordinarie, ogni territorio può contare su energie e risorse estremamente importanti che meritano di essere conosciute, valorizzate e messe in rete. Questo patrimonio è il nucleo della nostra forza ed è fondamentale per rafforzare il senso di appartenenza alla nazione”, ha detto.

Parole che hanno voluto fare un quadro, ma soprattutto un preambolo per chiedere a tutti “Una leale collaborazione” tra lo Stato e le Regioni come “un presupposto irrinunciabile” per lavorare insieme. L’evento ha, difatti, l’obiettivo di elaborare proposte utili al potenziamento del ruolo delle Regioni e delle Province autonome e la premier ha ricordato che l’Italia è parte di una grande comunità e “il nostro obiettivo è l’autonomia strategica”.

Meloni al Festival delle Regioni: “Correre sul Pnrr”

Parlando ai governatori, Meloni ha dichiarato che sul Pnrr bisogna “correre correre correre”. Riguardo alle proposte che arrivano dalle Regioni, la premier ha chiarito “devono saper rientrare in una strategia di sviluppo”. “Gli accordi prevedono un meccanismo automatico di definanziamento per le risorse non usate. C’è un lavoro per superare inerzie e inadempienze – ha affermato – ma noi dobbiamo riuscire a spendere al meglio tutte le risorse perché non ne abbiamo molte e ci sono tante cose da fare”. L’obiettivo è avere “una nazione più competitiva in un arco di tempo breve”.

Infine, Meloni, ricordando i precedenti presidenti del Consiglio, ha spiegato di capire la delicatezza del ruolo: “A Palazzo Chigi davanti alla sala verde c’è un’altra sala in cui ci sono ritratti di tutti i presidenti del consiglio. Beh’ si sente addosso il peso della responsabilità che si porta sulla spalle nel guidare una nazione come l’Italia”, “si è eredi di una storia straordinaria. Esserne all’altezza è difficilissimo, non consente leggerezza, superficialità o personalismi”.

 


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