Esteri

Meloni e il feeling con Rutte: “Collaboriamo per i migranti”

di Domenico Pecile -

GIORGIA MELONI PREMIER MARK RUTTE PRIMO MINISTRO PAESI BASSI


“Non saremo d’accordo su tutto, ma dobbiamo collaborare”. Sono state queste le parole conclusive del primo ministro del Regno dei Paesi bassi, Mark Rutte, al termine dell’incontro bilaterale tenutosi a palazzo Madama con il premier Giorgia Meoni, con al centro il problema immigrazione. Parole distanti, dunque, dalle dichiarazioni di Rutte del 2020 sul fatto che “l’Italia deve imparare a farcela da sola”. Un summit che, tra l’altro, cade alla vigila del Consiglio dei ministri in programma oggi, a Cutro, che dovrebbe dare il via libera a un nuovo decreto sull’immigrazione.
Il premier Meloni ha voluto indicare come prioritaria la lotta ai trafficanti di esseri umani, “tema – ha sottolineato – che diventa più importante e più urgente dopo la tragedia consumatasi a Cutro”. Sulla strage dei migranti la Meloni aveva scritto una lettera alle massime autorità europee. “Sono soddisfatta – ha aggiunto – della risposta della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Questo perché si conferma un cambio di approccio per combattere traffici e trafficanti. E per conseguire questo obiettivo è necessario intavolare la cooperazione con i Paesi africani”. “La questione migratoria – ha detto ancora – va affrontata partendo dalla difesa dei confini esterni e dalla lotta ai trafficanti, temi che per quanto riguarda l’Italia, e spero non soltanto, diviene appunto ancora più rilevante e importante all’indomani della tragedia di Cutro”. Proprio per questo, citando il summit del Consiglio europeo di fine mese, il premier ha auspicato che si possa assistere a dei passi in avanti: “E’ necessario il dialogo e servono scelte coraggiose”. “Anche se non sempre le posizioni dei due Paesi – ha concluso riferendosi a Rutte – sono le stesse mi sono trovata di fronte a una persona lucida, pragmatica e concreta che ha voglia di trovare soluzioni”.
Le stesse che oggi il governo discuterà a Cutro nel corso del Cdm sul dossier immigrazione. Tre le direttrici su cui dovrebbe ruotare il prossimo, nuovo decreto: l’innalzamento delle pene per gli scafisti, il rafforzamento dei corridoi umanitari e il potenziamento dei flussi migratori regolari – in chiave economica con un occhio di riguardo alle richieste di molte aziende italiane – e la loro regolarizzazione. Sul fronte europeo, come ha testimoniato l’incontro di ieri con il primo ministro Mark Rutte (che insiste sull’applicazione del Regolamento di Dublino per limitare i movimenti secondari), la Meloni ritiene che serva una sorta di patto sull’immigrazione e l’asilo. Anche per il primo ministro del Regno dei Paesi bassi “il terribile naufragio ha dimostrato una volta di più l’urgenza di prevenire simili tragedie di intensificare la lotta contro i trafficanti per poter demolire il business che ruota attorno. Anche per questo, la migrazione secondaria e quella primaria vanno affrontate assieme”. Rutte si è poi dichiarato favorevole con la proposta della Meloni di aumentare la presenza in Africa, “lavorando per creare partenariati” virtuosi, “omogeneizzando le politiche sui visti”. E anche per questo il prossimo Consiglio europeo dovrà dare seguito agli accordi che sono già stati presi”.
Tre, per Rutte le priorità che già oggi il vertice dei ministri degli esteri e dell’immigrazione dovranno affrontare: come fare in modo che “questo sistema cinico degli scafisti venga smontato”, come fare “per migliorare il lavoro delle entità private” e infine come effettuare “l’implementazione tra immigrazione primaria e secondaria”.

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