Primo Piano

“Meloni sta sbagliando. Così vince solo la Cina”

di Edoardo Sirignano -

MARIO BORGHEZIO EUROPARLAMENTARE


“Meloni non può ignorare quanto chiede un Paese che vuole solo lavorare e produrre. Quegli sciamannati della Lega si stanno dimostrando i più lucidi sulla guerra. Pur essendo anticomunista, sarei un idiota a non apprezzare la mediazione cinese per la pace”. È quanto sostiene Mario Borghezio, volto storico del Carroccio. Rispetto ai migranti, il primo politico a denunciare Soumahoro, già nel 2017, sostiene come in questo particolare momento “ci sia bisogno di un superpoliziotto al Viminale”.
Il capogruppo della Lega Romeo dichiara: “Dare armi più potenti all’Ucraina è un problema”. È d’accordo?
Ritengo che la posizione, presa da importanti esponenti della Lega e venuta fuori più volte in aula, conferma la lucidità e il livello di esperienza politica che hanno raggiunto i quadri del partito. Romeo, d’altronde, è uno dei migliori uomini a disposizione di Salvini. Sembra incredibile che quanto descritto per anni, in maniera folkloristica, come un movimento di sciamannati, esprima le riflessioni più serie e responsabili sui gravissimi pericoli che sono all’orizzonte e che giustamente Papa Francesco denuncia ogni domenica.
Una dichiarazione, però, lontana dal palazzo e molto più vicina a quella della piazza, per cui è sbagliato continuare a rifornire Zelensky.
Stiamo parlando dell’Italia che ragiona col cervello, che ricorda i drammi dell’ultima guerra e che quindi non la rivuole.
Dovrebbe nascere all’interno della maggioranza una riflessione sull’esasperato atlantismo?
I partiti politici, ogni giorno che passa, sono sempre più lontani dal sentire profondo della gente e perfino dai loro elettori. Questo è un errore mortale commesso da molti esponenti del centrodestra, che per altri aspetti stimo e verso cui avrei una simpatia innata, considerando le basi culturali molto simili, se non identiche, alle mie. Continuare, però, a essere insensibili rispetto alla profonda preoccupazione o meglio ancora al disagio dell’opinione pubblica, della gente tranquilla che vuole continuare a lavorare e produrre tranquillamente, è grottesco. Il nostro sistema produttivo non accetta neanche una lontana ipotesi di una guerra che ci coinvolga direttamente.
Si ritrova con quanto sostenuto, qualche tempo fa, da Berlusconi?
La sua motivazione è personale e legata ai rapporti con Putin. Bisogna, fare, invece, un discorso metapolitico. Un Paese come l’Italia, soprattutto per la sua posizione geografica, deve avere un ruolo di cuscinetto e non di avanguardia dell’esercito dell’Occidente contro i perfidi russo-cinesi. L’avvenire e lo sviluppo passano per la collaborazione e la pace. Abbiamo la necessità di fare scelte intelligenti, come quei capi di governo coraggiosi e lungimiranti che evitarono ai loro popoli di farsi coinvolgere nel secondo conflitto mondiale. Non ripetiamo gli errori di chi ci ha preceduto.
L’Italia può riprendersi quel ruolo di mediatore, che prima aveva e che invece, negli ultimi tempi, sembra aver perso?
Stiamo parlando di posizioni che sono nel dna del nostro Paese.
Come giudica l’ultimo incontro tra Xi Jinping e Putin?
Sarebbe un perfetto idiota chi non capisce quale sia il peso e la valenza di una grande potenza mondiale come quella rappresentata dal presidente Xi. Considero imbecille chi non comprende la profonda saggezza, che nasce dalla tradizione millenaria filosofica mandarina. Bisogna liberarsi dagli ideologismi. Essere anticomunisti, come lo sono convintamente, non vuol dire essere idioti.
Qualcuno dice che Meloni sia troppo appiattita sulla Casa Bianca e soprattutto sui diktat dell’Ue. Bisogna volgere talvolta lo sguardo oltre l’Europa?
Dobbiamo ritagliarci un ruolo di primo piano tra quei paesi che propendono verso una visione policentrica della politica mondiale.
La premier, in tal senso, sta facendo bene?
Meloni dovrebbe tener conto di più della storia di una grande nazione, di cui è giustamente orgogliosa.
Cosa ne pensa, invece, della politica del titolare del Viminale Piantedosi sui migranti?
Ritengo che un approccio di polizia nei confronti di un fenomeno criminale pericoloso e collegato con reti mafiose, come il traffico degli esseri umani, meriti un superpoliziotto e un superprefetto. Al di là dell’inesperienza politica, ritengo che Piantedosi debba essere premiato. Di fronte a un problema come l’mmigrazione, come ci insegna Machiavelli, servono a poco i Pater Noster.

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