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“Mi sblocchi la merce che il camion è già lì?” ESCLUSIVO: Ecco le intercettazioni tra Pini e Minenna

di Rita Cavallaro -


La portiamo a casa, aspetta. E’ parecchio sotto pressione. Gli parlo in giornata. Per il resto, capisco benissimo. Solo che ho speso 40mila euro per fare certificare la merce in Italia da ECM e in dogana mi chiedono perché non ho il certificato cinese… Comunque penso Milano 1. Nel mentre, ho passato il tuo numero a Fabio Gazzabin, braccio destro di Zaia e ho spiegato bene la cosa anche a lui. Vedrai che ti chiama.”

Tra l’aprile e il maggio 2020 l’ex deputato della Lega Gianluca Pini cercava di entrare in sintonia con l’allora direttore dell’Agenzia delle Dogane Marcello Minenna, al fine di ottenere lo sblocco di mascherine in dogana in cambio dell’accreditamento di Minenna nel partito di Matteo Salvini. Minenna, nominato dal governo Conte a capo dell’Agenzia, rischiava infatti di non essere confermato dal nuovo esecutivo e sperava di poter mantenere l’incarico grazie all’intervento di Pini presso la Lega. Nell’occasione aveva ideato la partecipazione di alcuni governatori leghisti alla firma di protocolli con l’Agenzia “allo scopo di far ottenere a questi ultimi il consolidamento del loro stesso prestigio”, scrive il Gip di Forlì nell’ordinanza di 452 pagine con cui ha disposto i domiciliari per Minenna e Pini con l’accusa di corruzione. Minenna aveva chiesto a Pini di far partecipare al protocollo il governatore del Veneto Luca Zaia. E Pini si era prodigato per soddisfare la richiesta.

“L’opera di accreditamento proseguiva con attività volta a comprimere le voci di dissenso, o critiche che sorgevano sull’operato dell’agenzia delle dogane all’interno del partito Lega o da iniziative giornalistiche”, aggiungono i Pm che ricostruiscono conversazioni, avvenute il 6 e 7 aprile 2020 e poi il 9, in cui Pini e Minenna decidevano di rivolgersi a Riccardo Molinari e, in quel frangente, Pini anticipava al direttore delle dogane la richiesta di scambio di favori. “Scusami sollecito” dice a Minenna sull’intervento di Zaia, e ne approfitta per ricordargli: “Ho tre lotti in arrivo e non sto seguendo altro che arrivi e consegne. Adesso lo richiamo. Tutto troppo di fretta, ci sarà il giusto modo e tempo per darti giusta soddisfazione del tuo enorme e prezioso lavoro“.

Il 13 febbraio 2021 si insediava il nuovo governo a guida Draghi e, per il timore della rimozione dall’incarico, il 14 febbraio 2021 Minenna contattava Pini, il quale diceva: “Nessuno si muove da lì secondo me, hai fatto e stai facendo un lavoro esemplare… Vai avanti“. Il 18 febbraio 2021 Minenna chiedeva poi a Pini di procurargli un incontro con Giancarlo Giorgetti “per fare il punto con Giancarlo in prospettiva, che ne pensi?“. Il leghista rispondeva: “Lasciamo passare qualche giorno, probabilmente settimana prossima scendo a Roma a trovarlo“. E aggiungeva: “I tuoi risultati parlano chiaro e hai la stima di chi nel governo ha più voce in capitolo di tanti altri soggetti. Comunque vedrai che a breve avrai modo di fare il punto con Giancarlo“.

Il 18 marzo 2020 Pini dice a Minenna di aver avuto l’appalto dalla Ausl della Romagna per la fornitura di milioni di dispositivi medici. “Ciao Marcello, scusa ti disturbo ma stanno lentamente arrivando le mascherine per gli ospedali. Al momento ne ho un piccolo lotto fermo a Malpensa da due giorni che sta importando un mio fornitore. In quel lotto ce ne sono 70mila che stanotte devono essere in ospedale a Cesena. Ti segnalo il riferimento: HAWB-988PVG29111666 intestata a Cso. Puoi sentire se sbloccano la merce che il camion è già lì e a Cesena siamo praticamente senza? La merce è già visionata e passata varie volte… Questa è l’unica che non importo direttamente perché per emergenza ho preso un loto viaggiante già intestato a una coop che rifornisce le strutture socio-assistenziali e ne ho recuperate un po’. Il modulo non possiamo utilizzarlo per loro perché indiretto. Per i restanti sono già a posto con tutto, solo che avremmo bisogno stanotte di ‘sta merce per tamponare uno o due giorni“.

Insomma Pini chiedeva aiuto al direttore dell’agenzia per lo sdoganamento di quei dispositivi medici, che, per gli inquirenti, erano completamente privi di certificazione e per tale motivo fermi alla dogana.


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