Cultura & Spettacolo

Michele Savoia: “Col mio personaggio affronto il tema della solidarietà maschile”

di Nicola Santini -


All’interpretazione di Carlo Chiti in Ferrari di Michael Mann all’affascinante ruolo ne Il Clandestino di Rolando Ravello, in onda su RaiUno dallo scorso 8 aprile, sta attraversando un meritato momento d’oro nella sua carriera, conquistando sempre più il pubblico con la sua versatilità e talento. Michele Savoia, attore di origini pugliesi, si racconta a L’identità.
Michele, interpreti De Giglio nella serie Il Clandestino su RaiUno. Cosa puoi dirci su questo personaggio così particolare?
De Giglio è un poliziotto che vive sia metaforicamente che fisicamente nella polvere di un archivio di polizia, sormontato da faldoni e paura di rischiare, che si concede come unica gioia, quella di mangiare continuamente gelati o snack. È un uomo arreso alla vita, come, per alcuni tratti lo è Travaglia (ossia Edoardo Leo). Questo aspetto forse li accomuna e quindi li mette in relazione. Loro due si ritrovano nelle loro solitudini e, nonostante gli apparenti contrasti, si curano a vicenda e insieme, si occuperanno di Bonetti (interpretato da Mattia Mele), altro loro caro amico e collega, rimasto ferito nell’attentato.
Rispetto ai precedenti lavori, che tassello della tua carriera rappresenta?
Ho iniziato davvero dal basso. Sono contento di questo percorso. Piccoli ruoli in web serie, piccoli ruoli al cinema, ruoli da comprimario e poi da coprotagonista, poi il cinema americano con Michael Mann in Ferrari e poi la rai, prima con un protagonista di puntata in Imma Tataranni e ora con un ruolo principale in questa serie. Direi che rappresenta un bellissimo tassello di questo cammino non sempre facile, ma che mi sta rendendo particolarmente felice. Lavorare con Rolando Ravello ed Edoardo Leo, inoltre, è un dono. E poi la Rai è sempre la Rai!
Generalmente, quando accetti a scatola chiusa un progetto? Cosa ti entusiasma istintivamente?
Raramente accetto totalmente a scatola chiusa. Di solito ci deve essere qualcosa che mi affascina. Una storia che mi rappresenta. Qualcosa da dire, un’abitudine sbagliata da scardinare, un pensiero libero da sbloccare.
Te la rifaccio al contrario. Cosa, invece, ti spinge a rifiutare una proposta di lavoro?
Il cuore. Ogni qual volta devo fare una scelta importante, sento una strana sensazione sulla bocca dello stomaco e il cuore mi dice si o no. Spesso i no suggeriti dal cuore, anche se all’inizio sembravano follia, sono stati la scelta più giusta che potessi fare.
Sei in tournée teatrale con i Me Contro Te. Che esperienza è?
Lo spettacolo dal vivo è e rimane il mio primo amore. Sentirsi inondati dall’affetto dei piccoli fan che, appena mi vedono entrare, impazziscono letteralmente, mi gratifica molto. Per me arte è condivisione, empatia, respirare insieme e mai come in teatro questa magia prende vita.
Progetti all’orizzonte?
Mi sto muovendo in ambito internazionale. Sono stato da poco a Los Angeles e ho firmato un contratto con un agente UK. Si sta iniziando a muovere qualcosa, ma per il momento non posso spoilerare nulla.


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