Migranti, ora il Pd “espelle” Edi Rama dai socialisti europei
I migranti non vanno trasferiti dall’altra parte dell’Adriatico, il Partito democratico caccia l’Albania dall’Europa, il Pd s’infuria con Edi Rama e chiede che il suo partito, il Pssh, venga espulso dal Partito socialista europeo. I dem italiani hanno annunciato, su Repubblica, l’intenzione di chiedere al congresso del Pse di espellere i socialisti albanesi dall’assise continentale del centrosinistra. Attualmente, però, il Pssh non è un membro vero e proprio dei socialisti europei dal momento che Tirana è ancora fuori dall’Unione europea. Gli albanesi sono ammessi alle riunioni come “osservatori”.
Anche solo ipotizzare accordi sui migranti, per di più con un governo di destracentro come quello guidato da Giorgia Meloni, vale a Edi Rama la scomunica del Pd. Che parla di violazione dei “valori” della “famiglia europea dei socialisti”. Gli italiani ambiscono a sbarazzarsi presto dei socialisti albanesi proprio perché semplici osservatori e non membri permanenti (manco il Pse fosse l’assemblea dell’Onu…). Edi Rama non si straccerà le vesti. In fondo, venir cacciati dal Pse porta fortuna. Il tafazzismo socialista, infatti, non è una prerogativa italiana. Ma europea. Il Pse, un paio di mesi fa, ha “cacciato” lo slovacco Robert Fico, “reo” di avere posizioni differenti sulla guerra. Ebbene, subito dopo l’espulsione, Fico ha stravinto le elezioni che lo hanno incoronato premier a Bratislava.
Ma la cosa più rilevante è ancora un’altra. Gli stessi dem italiani, infatti, sanno che Edi Rama non si presenterà a Malaga. Gli sherpa, riferisce Repubblica, se ne stanno tornando con le pive nel sacco. Ai socialisti albanesi di far contenti i “colleghi” italiani ed europei che, dall’alto della loro supponenza politica, poco suffragata dai consensi popolari, si arrogano il diritto di distribuire patenti di ortodossia ideologica in giro per l’Europa, non gliene può fregar di meno. Il problema, semmai, sarà proprio per il Pd che rompe i rapporti con Edi Rama. Che è sempre il capo di uno Stato amico, che guarda all’Italia con grande rispetto in ottica europea e per il governo di un’area geopolitica, quella del Mediterraneo e dei Balcani, sempre più centrale.
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