Politica

PRIMA PAGINA – Le barricate anti Albania nell’Italia di Soumahoro

di Domenico Pecile -


Inevitabili, anzi, scontate: parliamo delle barricate che il centrosinistra, con in testa il Pd di Elly Schlein, ha annunciato di erigere in parlamento per contrastare l’accordo tra l’Italia e l’Albania sui migranti. L’intesa tra il nostro premier Giorgia Meloni e il primo ministro albanese, Edi Rama, prevede che i migranti soccorsi in mare da navi italiane saranno portati in due strutture gestite dall’Italia a proprie spese e sotto la propria giurisdizione, ma in Albania. I due centri sorgeranno a circa 70 chilometri a Nord di Tirana, a Shengjin e Gadjer. Potranno ospitare fino a 3 mila persone complessive.

Per Meloni potrebbe diventare un esperimento pilota, “un modello di collaborazione tra Paesi Ue sul fronte della gestione dei flussi migratori”. In ogni caso, un accordo che altri Stati, Germania in primis, potrebbero imitare, come hanno già fatto intendere. E per un bizzarro gioco della politica, in Albania è insorta l’opposizione di centro destra (“nonostante i 33 anni a nostro sostegno, noi non siamo ancora pronti a intraprendere un simile passo”) e in Italia quella di Centro sinistra. Dove la Schlein accusa alzo zero il governo: “L’accordo viola il diritto internazionale”, cui fa eco il commento dei 5S: “Meloni nasconde la polvere sotto il tappeto albanese”. Sinistra, dunque, che pare nuovamente spiazzata dall’ennesima dimostrazione di pragmatismo di Meloni che sullo scacchiere internazionale – anche extra Europa – sa giocare con estrema disinvoltura senza timori reverenziali.

E c’è chi fa notare ai paladini del garantismo e della legalità che lo stesso livore che il centrosinistra sta dimostrando nei confronti dell’accordo e anche del premier albanese Rama, non lo ha messo in campo per il caso della famiglia Soumahoro. Si, quel silenzio colpevole sull’immigrato che in questi giorni ha continuato a pontificare a nome della sinistra attaccando Israele e difendendo la banda di Hamas, docet. Certo, si dirà che l ’ex sindacalista – che dovrebbe avere la dignità di dimettersi da deputato – è stato eletto nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra, ma questo non giustifica gli omissis e gli imbarazzi del Partito democratico. Non ci sono state ancora prese di posizioni nette sulla scandalosa vicenda (la coop Karibu e i milioni di euro che paiono essersi volatilizzati) che ha coinvolto la famiglia. Soumahoro, di fronte alle gravissime accuse che hanno coinvolto sua moglie e sua suocera, ha continuato e continua a fare lo gnorri. E ha pure il coraggio di riproporsi come l’apologeta degli “ultimi”, quelli stessi che la sua famiglia sfruttava con brutalità. Non solo, ma il Pd sta perdendo un’occasione unica per fare un’impietosa analisi a tutto tondo di quello che è stato ed è una parte del sistema delle cooperative che gestisce il business degli immigrati.

Intanto, sull’accordo Rama-Meloni c’è da registrare la presa di posizione del presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga, in prima linea nel contrasto all’immigrazione clandestina che arriva dalla rotta balcanica che nella zona di Trieste il suo punto preferito per entrare in Italia. “Le polemiche sull’intesa raggiunta tra i governi italiano e albanese – è il suo commento – in merito all’immigrazione irregolare appaiono del tutto strumentali: non soltanto i diritti, incluso quelli di fare richiesta di protezione internazionale, non verranno intaccati, ma si concretizzerà la possibilità di alleggerire la pressione sui territori, in termini di accoglienza, con il ricollocamento di migliaia di persone. Una prospettiva che, alla luce delle statistiche, per il Fvg risulta davvero importante”. Per Fedriga si tratta insomma di un’arma in più per alleggerire la pressione della rotta balcanica sul Fvg che, nonostante i primi risultati ottenuti dopo la chiusura delle frontiere con la Slovenia, ha bisogno di ulteriori provvedimenti. Come quello dell’accordo tra Italia e Albania, appunto.


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