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Minacce di morte con il sangue a due magistrate impegnate contro la Sacra Corona Unita: rafforzate le loro scorte

di Redazione -


Indaga la Procura della Repubblica di Potenza, competente per le vicende che riguardano i magistrati di Lecce sull’ennesima lettera di minacce di morte indirizzata alla giudice del tribunale Maria Francesca Mariano, da due mesi sotto scorta insieme alla sua collega Carmen Ruggiero, sostituta procuratrice della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Brindisi e Taranto dopo una prima lettera di minacce proveniente dal carcere all’esito dell’Operazione Wolf contro una frangia della Sacra Corona Unita.

Stavolta, la lettera è scritta con il sangue e conterrebbe, secondo indiscrezioni, un accenno a riti satanici e la conoscenza che la giudice destinataria delle minacce ne sia esperta. Dopo l’episodio, avvenuto nei giorni scorsi ma reso noto solo ora, il comitato per l’Ordine e la sicurezza si è riunito d’urgenza in prefettura disponendo un rafforzamento delle misure di protezione del magistrato.

La Ruggiero è la titolare dell’inchiesta sul clan Lamendola – Cantanna che opera nella frangia mesagnese della Sacra Corona Unita. In merito ai fatti degli ultimi giorni è pure arrivata una precisazione dai vertici della cosca: Gianluca Lamendola e il padre Cosimo, infatti, sostengono di essere estranei ale minacce spedite alle due magistrate. Anzi, attraverso i loro legali, hanno espresso “rispetto per i ruoli altrui”.


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