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Molinari, mozione di sfiducia a Repubblica per aver sostituito un pezzo sgradito agli Elkann

di Cristiana Flaminio -


A Repubblica è stata una giornata campale perché la redazione ha dovuto votare sulla mozione di sfiducia presentata nei confronti del direttore Maurizio Molinari. L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso delle tensioni a largo Fochetti riguarderebbe la sostituzione, in fretta e furia, di un articolo perché “sgradito” alla proprietà. Come riporta Il Fatto Quotidiano, un riferimento dell’inserto di Affari & Finanza su presunti “squilibri” di potere tra Italia e Francia nelle questioni scottanti dell’economia e della sudditanza di Roma nei confronti di Parigi avrebbe fatto sobbalzare la proprietà Gedi che, pertanto, avrebbe convinto il direttore Molinari a intervenire sul pezzo, sostituendolo con uno del vicedirettore Galbiati, a cambiare il catenaccio e a mandare al macero ben 100mila copie del giornale già stampato. Non è un mistero che Gedi sia di proprietà degli Elkann-Agnelli e che il gioiello della loro corona, cioè il gruppo Stellantis, sia a partecipazione italo-francese. Insomma, la situazione – verificatasi nella notte scorsa – avrebbe mandato la redazione di Repubblica fuori dai gangheri facendo emergere il nuovo fronte di dissenso nei confronti del direttore Molinari. Che, a prescindere da come andrà il voto, potrà rimanere lo stesso a guidare il quotidiano. La tensione, oltre che sul caso singolo, è alta da tempo per questioni legate alla linea editoriale. Che, i giornalisti di Repubblica, riterrebbero troppo filo-israeliana. Il caso dell’intervista “scomparsa” a Ghali ne sarebbe testimonianza. Tuttavia la sfiducia a Molinari è un messaggio chiaro e forte alla proprietà Elkann che lo ha voluto fortemente che alla direzione di Repubblica. E che potrebbe rappresentare l’inizio di un nuovo capitolo. Gedi sta cedendo, uno dopo l’altro, asset e testate. Le voci sul futuro di Repubblica si inseguono, più o meno timidamente, ormai da tempo.


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