Esteri

U.S.A. E GETTA – Morire in Alabama

di Rita Cavallaro -


“Mi piace come muori, giovane”. Mancava soltanto l’intercalare dei film splatter di Tarantino in quella camera della morte dell’Alabama, dove lo Stato ha giustiziato Kenneth Eugene Smith, detenuto da 34 anni in carcere per un omicidio su commissione. Perché quello che si è consumato davanti agli occhi dei testimoni presenti all’esecuzione capitale è sembrata più una tortura, anticostituzionale e disumana, che un’esecuzione capitale di uno Paese che si erge a paladino di democrazia e libertà nel mondo.

E che ora ha collezionato un nuovo primato: uccidere un condannato a morte con l’azoto. In pratica, Kenneth Smith è stato soffocato con il gas, in un’agonia andata in scena davanti ai presenti. Il boia ha applicato al 58enne una maschera e ha dato il via all’erogazione dell’azoto. Iniziato il flusso, Kenneth, legato al lettino, ha cominciato a dimenarsi e contorcersi per un periodo compreso tra due e quattro minuti, ha respirato affannosamente per cinque e poi è morto soffocato, al termine della procedura durata ventidue minuti in tutto.

Le sue ultime parole, alla lettura dell’ordine di esecuzione della pena di morte, sono state: “Stasera l’Alabama fa sì che l’umanità faccia un passo indietro. Grazie per avermi supportato. Vi amo tutti”. Un passo indietro nella barbarie autorizzato dalla Corte Suprema, che poche ore prima, con 6 voti favorevoli e 3 contrari, aveva rigettato l’ultimo ricorso della difesa di Smith, che chiedeva la sospensione dell’esecuzione senza precedenti. “Non essendo riuscita a uccidere Smith al primo tentativo, l’Alabama lo ha selezionato come “cavia” per testare un metodo di esecuzione mai tentato prima.

Il mondo sta guardando”, aveva detto il giudice della Corte Suprema Sonia Sotomayor. Perché il condannato a morte, già lo scorso anno, era stato sottoposto alla procedura con la classica iniezione letale, ma il personale medico, nonostante i tentativi andati avanti per tre ore, non era riuscito a trovare la vena, così il Dipartimento correzionale aveva dovuto sospendere l’esecuzione. L’Alabama, tra l’altro, ha avuto una serie di problemi a reperire i farmaci per l’iniezione e allora ha optato per l’ipossia da azoto. Una barbarie che l’Onu ha chiamato tortura.


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