Salute

Morti sospette e vaccino: i casi il cui esito è fatale

di Ivano Tolettini -

DARIO GIACOMINI MEDICO


L’argomento in Italia è ancora tabù. Si chiamano eventi avversi. Spesso senza gravi conseguenze, a volte con ripercussioni importanti o addirittura funeste. Morti improvvise di persone fino a quel momento in apparenza sane. Casi moltiplicatisi. Così da due anni i rappresentanti di tante associazioni chiedono che ci sia la possibilità di avere informazioni scientifiche accurate sulla somministrazione dei vaccini anti Covid 19 e i fenomeni negativi, per avere una casistica nazionale. Se nel nostro Paese l’argomento è ancora scabroso, negli Stati Uniti di recente se n’è parlato e discusso dal punto di vista medico-scientifico, dal 7 al 18 febbraio in Florida, alla 75^ conferenza annuale dell’Accademia americana delle scienze forensi. Ma anche in Germania i medici delle assicurazioni hanno dibattuto il problema. In un rapporto presentato alla conferenza americana, c’è stato spazio anche per i dati italiani, 40 casi legati alle complicazioni trombo-emboliche post vaccinazione. I casi segnalati sarebbero l’iceberg di un fenomeno esteso. Gli uomini sono stati colpiti la metà delle donne, con un’età media attorno ai 41 anni. Il fatto stesso che nel 9° rapporto Aifa sulla sorveglianza da vaccini anti Covid-19 nel periodo tra il 27 dicembre 2020 e il 26 settembre 2021, l’Istituto Superiore della Sanità evidenzi 101 mila segnalazioni su 84 milioni di dosi somministrate (120 ogni 100.000 dosi) è sintomatico. “Questo non porta a conclusioni univoche, ma imporrebbe una riflessione e un’analisi puntuali, perché altrimenti si continua a non vedere il problema”. A dirlo è Dario Giacomini, medico dell’Ulss 8 di Vicenza, che con il filosofo Giorgio Agamben, Giovanni Frajese ed Elisabetta Frezza ha costituito l’associazione ContiamoCi, in prima linea perché si faccia luce su un’arma che è stata formidabile per mettere tra parentesi la forza del virus, oggi sotto controllo.

POLITICA

I dati raccolti sulle evidenze temporali tra vaccinazione e complicazioni per i cittadini sono copiosi, ma come analizza lo stesso Giacomini “bisognerebbe valutare il nesso causale, ma purtroppo non c’è la disponibilità da parte delle strutture preposte ad approfondire i casi in maniera laica, e pertanto non ci sono fondi per potere eseguire dei trial clinici per indagare prima di trarre conclusioni”. La prudenza è d’obbligo. All’associazione ContiamoCi sono tante le segnalazioni da tutta Italia sugli eventi avversi subiti da donne e uomini dopo la vaccinazione. Ma a fronte della mancanza di una letteratura scientifica sufficientemente valida non c’è spazio per adesso per portarli all’attenzione della politica. “Manca il dato scientifico inconfutabile, anche se gli indizi sono importanti – sottolinea Giacomini – perché non avendo accesso alle strutture preposte è impossibile avere riscontri oggettivi. Del resto, se non si indaga non si trova”.

ASSEMBLEE

I soci iscritti a ContiamoCi sono migliaia in tutta Italia e
quando “organizziamo assemblee moltissime persone si avvicinano chiedendo di essere aiutate perché lamentano disturbi e complicazioni di varia natura: dal disturbo dell’attenzione a rallentamenti motori, quindi di tipo neurologici, non per forza solamente somatici”, osserva Giacomini, per il quale lo studio degli eventi avversi è davvero un grosso problema, e le istituzioni farebbero bene ad indagare per la loro stessa credibilità. Oltre che farebbe bene alla medicina perché “non è accettabile che si giri la testa dall’altra parte per non volere ammettere che ci sono stati degli errori”.

SINTOMI E BUSINESS

Nausea e vomito legati a disagi gastrointestinali, con febbre, dispnea e dolori al petto i sintomi è più ricorrenti. Se la stima ufficiale parla di meno di un decesso per ogni milione di dosi di vaccino somministrato, si legge nel documento discusso in Florida un paio di settimane fa, è vero che con ogni probabilità non tutti i morti dopo l’inoculazione del vaccino sono stati sottoposti all’autopsia cosicché i numeri dei casi di “trombocitopenia trombotica indotta dal vaccino” sono sottostimati. Oltre al fronte medico ce n’è uno economico, perché i vaccini se da un lato hanno aiutato a fermare il contagio, dall’altro hanno rappresentato un innegabile business per le grandi case farmaceutiche. “Adesso però c’è un problema contrario – conclude Giacomini – perché se si dimostra che effettivamente ci potrebbero essere stati danni ben maggiori in percentuale rispetto a quelli negati completamente, è chiaro che ci sarebbe anche un ristoro economico per i pazienti vittime degli eventi negativi con la loro presa in cura. Senza considerare tutti coloro che hanno perso il lavoro o sono stati espulsi e hanno patito un danno per la loro carriera”.

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