Anche il signor Brambilla, intendendo con questo nome l’ipostasi del milanese medio, ha avuto il suo Walhalla, la sera dell’8 novembre in Duomo, “versione arteriosclerotica e incontinente dell’epoca gotica” (come scriveva Ceronetti): Tale immagine potrebbe illuminare la fantasia con l’esecuzione della “Sinfonia dei Mille” di Gustav Mahler, così soprannominata per i 150 orchestrali e gli 850 coristi al debutto di Monaco del 1910, che si è tenuta nel maestoso tempio. Il concerto, che ha riunito le forze dell’Orchestra sinfonica di Milano e quattro cori diretti da Claus Peter Flor e da Massimo Fiocchi Malaspina, è stata l’occasione per celebrare i trent’anni dalla fondazione dell’Orchestra Verdi, diventata formalmente sinfonica di Milano, con un ambizioso “Festival Mahler”, che l’8 novembre appunto ha avuto il suo culmine con l’esecuzione della “Sinfonia dei Mille”, e che era iniziato lo scorso 22 ottobre e si concluderà il 13 novembre.
Al compleanno hanno partecipato pure altre orchestre, dalla Filarmonica della Scala a quella di Santa Cecilia, dalla Sinfonica della Rai all’Orchestra della Fondazione Arena di Verona, ognuna portando in omaggio l’interpretazione di una sinfonia del compositore boemo, oltre che dei Lieder per voce e orchestra e altre sue partiture secondarie. «Non ho mai scritto nulla di simile, nel contenuto e nello stile è qualcosa di completamente diverso dagli altri miei lavori, ed è certamente la cosa più grande che ho fatto. Forse non ho mai lavorato sotto l’impulso di una tale costrizione, è stata come una visione fulminea: improvvisamente tutto stava davanti ai miei occhi e mi è bastato porlo su carta, come se mi fosse stato dettato»: le parole di Gustav Mahler descrivono così la sorgiva ispirazione della sua opera più monumentale. Un giorno, come d’incanto, gli si presentarono alla mente i versi dell’inno cattolico medioevale “Veni creator spiritus” e come rapito si trovò a comporre la partitura che riassumeva le sue aspirazioni più elevate. Al musicologo Deryck Cooke venne spontaneo un confronto con Beethoven e la sua sinfonia corale: questi, con l’inneggiare alla fratellanza dell’uomo del 1824, voleva esprimere le aspirazioni del primo, ottimistico, periodo dell’umanesimo; la “Sinfonia dei Mille”, portata a termine nel 1906 quando questo ottimismo era decaduto, voleva riaffermare le aspirazioni per un secondo periodo umanistico, nonostante i dubbi e la disperazione imperanti a far da capolino sulle prossime guerre mondiali.
Fu per questi presupposti che successivamente il settimanale “L’Espresso” ipotizzò di proporre il “Veni creator” come rinnovato inno della Comunità europea (che almeno in questa operazione di facciata avrebbe dato un segno di vitalità, altrove latente). Ma veniamo all’orchestra festeggiata, la ex Verdi divenuta Sinfonica di Milano: nel febbraio del 1993 l’Italia era stretta nella morsa di tangentopoli e, nonostante la plumbea crisi, Luigi Corbani e il direttore d’orchestra russo Vladimir Delman depositarono un milione di lire a testa nell’agenzia 40 della Cariplo, finanziando così l’impresa. Fu un’iniziativa coraggiosa, in un’epoca in cui venivano chiuse alcune delle compagini sinfoniche più prestigiose della città come l’Angelicum e la Sinfonica della Rai. Così il capoluogo meneghino veniva dotato di una compagine sinfonica stabile, in grado di eseguire al meglio il grande repertorio classico, in tutto degna di far concorrenza alla Filarmonica scaligera. Fra le persone che più hanno contribuito al suo successo, va ricordato il trentennale presidente (ora emerito) Gianni Cervetti, un pezzo di storia nel Pci di una volta (quello colto e per bene), che negli anni ha consolidato nella società meneghina il ruolo di questa importante istituzione. E Riccardo Chailly che la diresse dal 1999 al 2005, imponendola a livello internazionale. È grazie a lui che nel 2003 il valente direttore d’orchestra tedesco Claus Peter Flor divenne direttore ospite principale dell’orchestra, con la quale ha svolto un intenso lavoro di approfondimento sul repertorio. Il lungo rapporto con l’ensemble milanese è poi culminato nella nomina a direttore musicale.
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