Dossier Ai

Musk denuncia Altman e OpenAi: “Ha violato gli accordi”

di Giovanni Vasso -


Come se non bastasse l’inchiesta della Sec, ci si mette anche Elon Musk a turbare la tranquillità di Sam Altman e di OpenAi. Il tycoon, infatti, ha annunciato di voler portare la società, di cui è stato tra i soci investitori quando era in fase di start-up, in tribunale. Musk accusa Altman di aver violato i principi che erano alla base della stessa OpenAi e, in particolare, di aver anteposto il profitto e la brama di potere all’impegno di  “garantire che l’intelligenza artificiale apporti solo benefici a tutta l’umanità”. Una causa alquanto fumosa, a dirla tutta. Che, però, è funzionale alla narrazione. È guerra, di narrazioni. Del resto, per il momento, anche l’Ai è una strabiliante narrazione. Musk, che si è calato nei panni del last man standing nella Silicon Valley, dell’ultimo uomo tra macchine generatrici solo di profitti e politica, continua ad assumere la posa di difensore dell’umanità dal tracollo digitale. Epperò, tra le righe, c’è un fondo di verità. O meglio, un problema gigantesco e tutto economico, che ha portato Musk a digrignare i denti contro Altman. Il Ceo, infatti, avrebbe portato quella che allora era una start-up a diventare una sorta di succursale di Microsoft. Non è mica un mistero, infatti, che con l’avvento di ChatGpt l’azienda fondata da Bill Gates abbia, finalmente, potuto dare un senso (anche economico) a Bing, il suo motore di ricerca che, altrimenti, arrancava nelle preferenze degli utenti in rete. Nel documento di Musk difatti si legge che “OpenAI si è di fatto trasformata in una filiale de facto, closed-source, della più grande azienda tecnologica del mondo, Microsoft”. A questo proposito, l’imprenditore di origine sudafricana ha sottolineato inoltre nella denuncia che “Altman, Brockman e Microsoft si sono alleati per estromettere la maggior parte del consiglio di amministrazione della startup, responsabile di far rispettare la sua missione originale”. Il danno, per Elon, è stato gigantesco se si pensa che il tycoon, proprio mentre entrava nel vivo, nel backstage dei ricercatori, la bagarre per l’Ai, si baloccava su Twitter per cui ha rifuso tempo, soldi e rapporti, politici ed economici. Con la conseguenza di ritrovarsi solo ora a lavorare al progetto di Grok, la “sua” intelligenza artificiale, che lavorerà nell’esclusivo interesse dell’umanità.


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