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Elon il futurista: se un chip unisce l’uomo alla macchina

di Giovanni Vasso -

ELON MUSK AD TESLA


Elon Musk ha realizzato il sogno di Filippo Tommaso Marinetti o, se preferite, ha compiuto il primo passo verso Robocop Neuralink ha annunciato di aver impiantato, per la prima volta, un chip all’interno del cervello umano. Si chiama Telepathy e consentirà ai pazienti che soffrono di paralisi di controllare, con la forza del pensiero, i dispositivi esterni. Detta così pare qualcosa sospesa a metà tra fantascienza e prestidigitazione. In realtà non è altro che un chip, come riferisce nel trial la stessa Neuralink, capace di “registrare e trasmettere segnali cerebrali in modalità wireless a un’app che decodifica l’intenzione del movimento” il cui obiettivo iniziale “è garantire la capacità di controllare il cursore o la tastiera di un computer usando solo il pensiero”. È tutto un complesso sistema di byte e onde cerebrali. Roba da nerd. Un po’ come tutto ciò che ha a che fare coi computer e con Musk. “Immaginate cosa avrebbe potuto fare Stephen Hawking”, scrivono dall’azienda di Elon Musk facendo riferimento alle potenzialità che avrebbe potuto esprimere il fisico e astronomo inglese tetraplegico autore di clamorose scoperte sui buchi neri. E finito al centro degli Epstein files nelle scorse settimane, ma questa è un’altra storia.
Telepathy è stato impiantato domenica scorsa nel cervello di un volontario. È composto da 64 fili più sottili di un capello che vanno “agganciati” alla regione dell’encefalo deputata a presiedere il movimento. Va da sé che, per installare l’impianto, sia stato necessario affidarsi alla perizia di un robot chirurgo. Ecco, se possibile, questa è la seconda, e non meno importante, innovazione apportata da Neuralink all’ambito biomedicale. L’azienda aveva avuto l’ok per le sperimentazioni già a maggio scorso. Gli studi dureranno per almeno sei anni. E se gli esperimenti andranno bene, se il dispositivo sarà riconosciuto come sicuro per l’utilizzo in ambito medicale, per la medicina si aprirà una nuova era e per Elon Musk si aprirà una nuova, clamorosa, frontiera di guadagno. Il tycoon, su X, ha spiegato che il chip sarà riservato, almeno all’inizio, a coloro che hanno perduto l’uso degli arti. E che, grazie a Telepathy, potrebbero ritornare a usare il telefono o il computer “semplicemente pensando”. Va da sé che questa frontiera, però, stuzzicherà le fantasie di moltissime persone “normodotate” e senza problemi di paralisi. Del resto, è dal tempo dei Futuristi che si parla della fusione tra uomo e macchina. C’è tutta una letteratura a riguardo, per un tema che ha fatto la fortuna anche del cinema. Ma che, da qualche anno, è diventato un caso di coscienza, una frontiera politica e culturale. Su cui c’è dibattito, agguerritissimo. Da una parte gli entusiasti, che non vedono l’ora di trasformarsi in altrettanti Robocop ultrapotenziati grazie al digitale e ai robot. Dall’altra gli scettici che temono si possa annidare, nell’istallazione dei chip, l’avvento di una nuova era oscura di tirannide, ricatto e tensione.
Mentre il web, polarizzato pure da Neuralink, si riempie di spiegoni col ditino alzato e di Savonarola che predicano l’Apocalisse digitale, a centrare il tema sono i medici. Che sanno benissimo dove si annida, davvero, il problema: nella pachidermica lentezza delle istituzioni, nell’incapacità della politica di governare i processi, con regole certe e condivise. Insomma, quello che è già accaduto prima coi social, oggi con l’intelligenza artificiale, domani accadrà coi chip neurali. “Le innovazioni non devono fare paura ma siamo in una fase frenetica di scoperte in cui la tecnologia corre molto più veloce delle norme e delle regole necessarie per tutelare tutti i cittadini da utilizzi impropri delle grandi novità prodotte. E su questo serve un maggiore impegno per la regolamentazione”, spiega all’Adn Kronos Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici. “Tutto questo apre a grandi possibilità sul piano medico – continua Anelli – che però devono necessariamente essere subordinate a un utilizzo etico di questi presidi: se vengono usati per risolvere malattie, come il Parkinson o la Sla per esempio, si tratta di traguardi importanti per le persone. Non è accettabile, invece, se si usano per interessi privati e per condizionare il comportamento degli altri”. Purtroppo dice ancora Anelli “oggi siamo in ritardo sotto il profilo delle regole e delle norme etiche che servono a tutelarci da usi distorti”. Insomma, il mondo va avanti alla velocità della luce mentre la politica è rimasta ferma al ‘900. Musk futurista e parlamenti passatisti che si crogiolano au clair de la lune dei sondaggi: ecco quale è il vero dramma dei giorni d’oggi.


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