Politica

NORDIO AVANTI TUTTA

di Adolfo Spezzaferro -

CARLO NORDIO MINISTRO DELLA GIUSTIZIA


Molto rumore per nulla, almeno per il governo Meloni: il ministro della Giustizia Carlo Nordio mette la parola fine al caso Donzelli-Delmastro. “Le parole riferite in Aula da Donzelli non sono relative a documenti sottoposti a segretezza. La dicitura ‘limitata divulgazione’ presente sulla scheda di sintesi esula dal segreto di Stato, si tratta di una mera prassi amministrativa ed è di per sé inidonea a connotare il documento trasmesso come atto classificato”. Il Guardasigilli riferisce alla Camera sul caso dell’informativa riservata del Nic (il Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria) sui colloqui in carcere tra l’anarchico Alfredo Cospito e alcuni detenuti della criminalità organizzata al 41bis, a quanto pare passata dal sottosegretario alla Giustizia di FdI, Andrea Delmastro, al suo coinquilino e collega di partito Giovanni Donzelli, vicepresidente del Copasir. Come è noto Donzelli ha letto alcuni passaggi dell’informativa il 31 gennaio in Aula per attaccare il Partito democratico. Una vicenda che ha scatenato una bufera politica e su cui è aperta un’indagine della Procura di Roma per rivelazione di segreto.

 

Ma per Nordio, che ripete la difesa d’ufficio dei suoi colleghi di partito, quell’informativa “non rientra nella categoria degli atti classificati né rivela contenuti sottoposti a segreto investigativo, trattandosi di un appunto redatto sulla base degli elementi informativi frutto dell’attività di vigilanza”. Tuttavia, quando a chiedere copia dell’atto sono stati tre deputati dell’opposizione, il ministero lo ha negato, trasmettendo soltanto un estratto di tre pagine su circa 54. Ei contenuti dell’estratto corrispondono a quelli citati da Donzelli in Aula. Dal canto suo, il ministro giustifica la scelta così: “Il ministero, valutando le istanze quali espressione del potere di sindacato ispettivo, ha fornito copie degli atti nei rispetto della loro ostensibilità“. Quindi un fatto assodato, non è vero che quel documento fosse “a disposizione di qualsiasi deputato”, come affermato da Donzelli.

 

In Aula infatti Federico Cafiero De Raho, ex procuratore nazionale Antimafia e deputato M5S, attacca il ministro: “Quell’informativa non era ostensibile perché segreta, conteneva notizie di reato. È per questo che ci avete dato solo alcune pagine. E lei non ci ha dato spiegazioni sul perché sia venuta fuori”. “Che gli atti riservati fossero tali l’ha dichiarato il suo ministero. In un Paese normale basterebbe questo per dimettersi dal Copasir e dalla delega al Dap, dopo aver divulgato informazioni riservate mettendo a rischio la sicurezza nazionale, la procedura giudiziaria dell’essenza stessa del 41bis, ora i criminali sanno tutto quello che non avrebbero dovuto sapere”, così la capogruppo Pd alla Camera Deborah Serracchiani replica al ministro.

“No alla revoca del 41bis per Cospito. Ecco perché”

Sulla richiesta dei legali di Cospito di revoca del regime di carcere duro ai sensi dell’articolo 41bis Nordio spiega di averla respinta lo scorso 9 febbraio in quanto “gli elementi di novità addotti dalla difesa non sono dotati dalla necessaria portata demolitoria dei presupposti per il mantenimento di questo regime. Questa valutazione trova riscontro nel parere del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, che ha ritenuto non fondate le ragioni giuridiche che erano state portate dal difensore di Cospito”. Ancora, spiega il ministro, “qualora la modifica del 41bis fosse legata alla modifica delle condizioni di salute del detenuto dovute a una scelta consapevole di deterioramento fisico, la norma perderebbe immediatamente di efficacia, perché chiunque adottasse la stessa strategia potrebbe ottenere la revoca”, comprese centinaia di mafiosi al carcere duro. “Vi è dunque una contraddizione logica tra la richiesta unanime di mantenere questa disciplina severa e quella di modularla sulle condizioni di salute dell’interessato, a cui, in ultima analisi, spetterebbe decidere sulla sua stessa applicazione”, sostiene Nordio. La pericolosità di Cospito, argomenta, è confermata “dal moltiplicarsi delle azioni intimidatorie e dalle violenze che sono seguite all’adozione del regime carcerario differenziato da parte di gruppi anarco-insurrezionalisti. Gli appelli del detenuto non solo non vengono ignorati, ma si sono trasformati in un’onda d’urto”.


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