Politica

“Offende la Costituzione Salari più alti per tutti o perderemo la sfida”

di Edoardo Sirignano -

VALERIA FEDELI POLITICA


 

INTERVISTA VALERIA FEDELI

 

 

“Stipendi differenziati per gli insegnanti. Valditara offende la Costituzione”. A dirlo Valeria Fedeli, ex ministro all’Istruzione.

 

Aprire ai finanziamenti privati. Cosa ne pensa della nuova strategia del governo?
Diverse volte si è chiesto aiuto al privato. Penso alle ricostruzioni delle scuole nei luoghi colpiti dal terremoto. Sbagliato, però, dire il pubblico non ce la può fare.

 

Perché?
Le più grandi disuguaglianze da affrontare per la politica sono l’accesso alla formazione e il contrasto alla dispersione scolastica. Occorre spingere per costruire un sistema nel quale tutti i ragazzi possano arrivare non solo al conseguimento del diploma superiore, ma all’Università. È uno dei gap che l’Italia ha col resto del mondo. Se vogliamo costruire un Paese che cresce, questa è la priorità.

 

Cosa significa considerare la scuola investimento?
Stiamo parlando della più importante infrastruttura materiale. Significa, quindi, dare valore sociale a professionalità fondamentali per il Paese, i docenti. Già dal 2017 mi sono adoperata per creare le condizioni affinché gli investimenti portino a una retribuzione di tutti gli insegnanti, nessuno escluso, come d’altronde avviene nel resto d’Europa. Senza docenti preparati e riconosciuti adeguatamente, è a rischio l’ossatura del nostro sistema produttivo.

 

Stipendi differenziati. Lo ritiene un provvedimento utile?
Mi sembra un’assurdità. Un ragionamento inaccettabile, sbagliato sotto tutti i punti di vista, soprattutto si si vuole costruire un’economia basata sulla conoscenza. La verità è che dall’apertura dei mercati e dall’ingresso della Cina nell’organizzazione mondiale del commercio, non abbiamo fatto investimenti né sulla qualificazione dei processi produttivi dell’economia reale, né sui percorsi di formazione. La crescita, però, parte da qui, ovvero dagli investimenti sugli stipendi di tutti i docenti, del Nord, del Centro e del Sud. Solo così si può essere al passo con l’Occidente. Questa è la priorità per tutti i governi.

 

In un periodo difficile, come quello attuale, potrebbero non esserci le risorse per tutti…
Bisogna trovarle. Stiamo parlando di un investimento strategico, che va oltre il patto di stabilità. Non dimenticherò mai il primo febbraio del 2018, quando è stato rinnovato il contratto a tutto il personale. Sono soldi che bisogna trovare. È una scelta fondamentale per la politica. Capisco che su un tema più importante, non si può svoltare dall’oggi al domani, ma neanche si può pensare di stare fermi. Parlando di altro, si demolisce la scuola pubblica e soprattutto si svaluta la funzione docente.

 

Cosa ne pensa, invece, del ministero del Merito?
Non ho ancora conosciuto la proposta di Valditara sul merito, né capisco cosa vuole intendere con questa parola. Il merito in una scuola dovrebbe essere l’attuazione piena dell’art. 3 della nostra Costituzione, cioè pari opportunità a tutti nell’accesso. Vuol dire dare la condizione a ognuno la possibilità di poter esprimere al meglio le proprie potenzialità, con strumenti e risorse adeguate. Questa è la ricetta per superare la dispersione scolastica.

 

Come agire in tal senso?
Premiare o meglio ancora incrementare le possibilità di riconoscimento economico contrattuale per quei docenti che lavorano nei contenti più difficili. La loro è una missione più complessa e bisogna riconoscerlo.

 

Il governo sta dando risposte adeguate a riguardo?
Assolutamente no! A dirlo il tasso di abbandono scolastico. Bisogna intervenire concretamente su formazione e qualificazione dei docenti, sia in ingresso che in servizio, su politiche mirate al contrasto alla dispersione, nonché rivedere l’offerta formativa. Solo così puoi immaginare anche percorsi di carriera anche laddove si vive peggio. Stiamo parlando, però di temi di cui non sento parlare nel dibattito tra il ministro e le rappresentanze. Investimento sulla scuola vuol dire accompagnare al meglio i processi di cambiamento, che tutti immaginiamo. Basti pensare alla transizione ecologica, per cui sono indispensabili nuove competenze. In questo modo, inoltre, si superano i divari territoriali. Penso, ad esempio, al grande investimento sui nidi e la scuola dell’infanzia nel Mezzogiorno su cui troppe parole e zero fatti.

 

Le opportunità sono uguali per tutti in Italia?
Se uccidi una strategia di crescita che prevede pari opportunità per entrare nel mondo della scuola, non potrai mai utilizzare il termine sostenibile. Non ci sarà uno sviluppo né sociale, né culturale, né economico. Tanti gli slogan, mentre la concretezza è ormai utopia.

 

Quanto è importante in tal senso il tema dell’orientamento?
È strategico. Bisogna affrontarlo in modo serio. Dobbiamo saper indirizzare già dalla secondaria di primo grado. Solo così possiamo rispondere, in modo adeguato, ai cambiamenti e alle necessità del mercato del lavoro. L’Italia, ad esempio, non sa difendersi dagli attacchi informatici perché manca personale specializzato.

 

Mentre abbondano avvocati e giornalisti, trovare un idraulico o un elettricista spesso diventa un’impresa…
La Buona Scuola, che ha tantissimi pregi, prevede un percorso professionale rispetto a mestieri per cui bisogna essere qualificati. Chi non ha voglia di studiare non può pensare neanche di fare l’idraulico o l’elettricista. Un mondo sempre più digitalizzato necessita di maggiori competenze scientifiche e tecnologiche. Ecco perché non serve indirizzare meglio i ragazzi, ma soprattutto renderli in grado di operare al meglio. Qui non possono esserci risparmi.


Torna alle notizie in home