Esteri

Offensiva Azerbaigian, appello della Russia: “Fermare lo spargimento di sangue”

di Eleonora Ciaffoloni -


Dopo tre anni si è riacceso il conflitto tra Azerbaigian e Armenia per la contesa regione del Nagorno-Karabakh e non è tardata ad arrivare la risposta della Russia.

Nelle scorse ore le forze di Baku hanno bombardato il territorio armeno e poi, secondo la denuncia di Erevan, hanno avviato un’operazione di terra. Il bilancio è almeno di sette morti, tutti civili. Secondo l’agenzia Armenpress, “le vittime dei bombardamenti sono tre donne, due bambini e due uomini”.

A seguito dell’attacco, il presidente azero Ilham Aliyev in una telefonata con il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che le “misure antiterroristiche dell’Azerbaigian” nel Nagorno-Karabakh cesseranno se i separatisti armeni “deporranno le armi”.

Aliyev ha anche assicurato che “La popolazione civile e le infrastrutture non vengono prese di mira, ma vengono distrutti solo obiettivi militari legittimi”. Secondo il presidente i rappresentanti degli armeni che vivono nel Nagorno-Karabakh sono stati invitati al dialogo “diverse volte” dalla presidenza azera per “discutere la questione della reintegrazione” nell’Azerbaigian “ma hanno rifiutato”.

Offensiva in Azerbaigian: gli appelli al cessate il fuoco

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres da New York ha chiesto la “fine immediata dei combattimenti” nella regione, “la riduzione dell’escalation e un più rigoroso rispetto del cessate il fuoco del 2020 e dei principi del diritto internazionale umanitario”.

Nelle scorse ore è intervenuta anche la Russia che ha fatto appello per chiedere lo stop allo spargimento di sangue. “A causa della rapida escalation delle ostilità armate nel Nagorno-Karabakh invitiamo fortemente le parti in conflitto a fermare immediatamente gli spargimenti di sangue, a cessare le ostilità e a prevenire vittime tra la popolazione civile”. A dirlo il ministero degli Esteri russo in un comunicato citato dall’agenzia Tass.

Mosca ha difatti chiesto alle parti di tornare a rispettare gli accordi trilaterali di Russia, Azerbaigian e Armenia. “La cosa più importante ora è tornare immediatamente al rispetto degli accordi trilaterali firmati nel 2020-2022, che stabiliscono tutte le misure per una soluzione pacifica alla questione del Nagorno-Karabakh”, si legge in una dichiarazione che sollecita entrambe le parti “a fermare le ostilità armate e a fare tutto il possibile per proteggere la popolazione del Nagorno-Karabakh e difenderne gli interessi”.


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