Esteri

Verso una nuova guerra tra Armenia e Azerbaigian

di Martina Melli -


Verso una nuova guerra tra Armenia e Azerbaigian. Baku ha lanciato oggi un’operazione militare contro la regione contesa del Nagorno Karabakh con lo scopo di “demilitarizzarla” e  cacciare i separatisti armeni dal territorio. L’operazione è stata definita dal ministero della difesa azero un’ “attività antiterrorismo” per neutralizzare le strutture militari dei separatisti. “Come parte delle attività, solo le installazioni e le infrastrutture militari legittime sono state prese di mira e inabilitate usando armi ad alta precisione”, ha dichiarato il ministro, specificando di aver creato corridoi umanitari per consentire l’evacuazione dei civili.

I separatisti armeni, che in poche ore hanno già denunciato 6 morti e più di 80 feriti, hanno chiesto il cessate il fuoco e di “sedersi al tavolo dei negoziati per risolvere la situazione attuale”. La risposta del Presidente azero Ilham Alyevè non ha lasciato margine di interpretazione: prima la resa.

La regione del Karabakh, internazionalmente riconosciuta come parte dell’Azerbaigian, è stata a lungo al centro delle tensioni tra i due Paesi. Tensioni che hanno fatto esplodere ben due guerre per il suo controllo. L’ultima, nel 2020, era stata “risolta” grazie alla negoziazione russa, dopo ben 44 giorni di combattimento. Il cessate il fuoco, tre anni fa, portò l’Armenia a cedere fasce di territorio su cui aveva controllo dal 1990.

Nonostante la mediazione dell’Unione europea, della Russia e degli Stati Uniti, le due parti non sono state in grado di raggiungere un accordo di pace duraturo, e entrambi i popoli, soprattutto gli armeni, sapevano che sarebbe stata solo questione di tempo prima dell’ennesimo conflitto armato. L’Armenia, a differenza del nemico che gode dell’appoggio della Turchia, Israele e ora anche nostro (Leonardo ha annunciato di aver raggiunto un accordo col ministero della difesa azero), non ha alleati abbastanza potenti. Il primo ministro, Nicol Pashinian, ha parlato di “un’operazione di sfondamento” da parte dell’Azerbaigian e ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu e alle forze di pace russe, stanziate nell’area da tre anni, di fermare l’aggressione definita “una pulizia etnica”.

La Russia ha espresso profondo allarme “per la forte escalation” nella regione contesa, così come il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric, che ha parlato dell’attacco come di una grave mossa che farà scoppiare una guerra su larga scala.

 


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