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“Ohh…Tommy..Tommy” oltre 150000 in piazza contro i migranti

Tommy infiamma Londra: tra Union Jack, slogan e tensioni in piazza. Anche gli inglesi non vogliono più migranti.

di Gianluca Pascutti -

People demonstrate during the Tommy Robinson-led Unite the Kingdom march and rally in London | AP


Tommy Robinson è tornato al centro della scena politica e mediatica nel Regno Unito. Sabato, infatti, circa 150mila persone si sono riversate nel cuore di Londra rispondendo al suo appello a scendere in piazza per una manifestazione nazionalista. L’evento, caratterizzato da bandiere britanniche, cori anti-migranti e richieste di dimissioni del premier Keir Starmer, ha reso evidente come il nome di Tommy continui a polarizzare l’opinione pubblica.

Una piazza divisa in due

Mentre Tommy guidava il suo corteo, a poca distanza si teneva una contro-manifestazione organizzata da gruppi antirazzisti, che ha raggruppato meno 5mila partecipanti. Le due piazze hanno mostrato chiaramente la spaccatura che attraversa la società britannica: da un lato chi vede in Tommy un simbolo di “resistenza patriottica”, dall’altro chi denuncia le sue posizioni come estremiste e pericolose.

Dall’estate di proteste alla marcia di Londra

Il corteo non è arrivato dal nulla. Per tutta l’estate, infatti, il Regno Unito è stato scosso da proteste davanti agli hotel che ospitano richiedenti asilo. Queste manifestazioni, spesso amplificate sui social da Tommy Robinson, hanno alimentato un clima di tensione crescente. Al termine della marcia, il leader ha ribadito: “La maggioranza silenziosa non rimarrà più in silenzio”.

Voci internazionali a sostegno

La manifestazione di Tommy ha visto anche il contributo di figure di spicco della destra internazionale. Elon Musk, collegato in video, ha dichiarato: “Che tu scelga la violenza o meno, la violenza verrà da te. O reagisci o muori”. Non meno duro l’intervento di Eric Zemmour, leader francese di Reconquete: “Siamo colonizzati dalle nostre colonie”, riferendosi sia alla Francia che al Regno Unito.

Scontri e arresti

Nonostante la presenza di 1.600 agenti, la giornata non si è conclusa pacificamente. Quando il corteo “United Kingdom” ha incrociato quello antirazzista, sono scoppiati violenti scontri. Il bilancio: 25 arresti e 26 poliziotti feriti. Alcuni manifestanti nazionalisti hanno tentato di forzare le cosiddette “aree sterili”, alimentando ulteriormente il caos.

Chi è davvero Tommy Robinson

Dietro il soprannome di Tommy si cela Stephen Yaxley-Lennon, 42 anni, fondatore della disciolta English Defence League. Figura controversa, da anni è al centro del dibattito per le sue posizioni anti-immigrazione e anti-Islam. Ha collezionato condanne per disordine pubblico e oltraggio alla corte, l’ultima delle quali nel 2024, per commenti diffamatori rivolti a un giovane rifugiato.

Un Paese in bilico

La marcia di Tommy Robinson conferma che la società britannica vive un momento di forte frattura. Da un lato un movimento che rivendica identità, confini e patriottismo; dall’altro una mobilitazione che chiede rispetto, inclusione e convivenza. Una cosa è certa: il nome di Tommy continuerà a risuonare a lungo nel dibattito politico del Regno Unito.


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