Attualità

Olimpiadi Milano-Cortina: se la sinistra vota per l’Austria

di Ivano Tolettini -


La sinistra vota per il bob in Austria mentre il centrodestra cerca di smarcarsi uscendo dall’aula, ma indirettamente dando il via libera al disagio che è palpabile. Ci mancava solo che i padroni di casa, leggi Provincia di Belluno, alzassero quasi bandiera bianca. Avete letto bene, cose mai viste. Che per la costruzione della pista da bob a Cortina per le Olimpiadi 2026 si rischi il cortocircuito è ormai evidente. Come anche L’identità ha scritto nell’edizione del 22 settembre. Il commissario Lugi Valerio Sant’Andrea della Società Milano Cortina spera di trovare ancora la quadra grazie alle società Webuild e Pizzarotti, ma il tempo stringe ed entro ottobre bisognerebbe assegnare i lavori altrimenti si rischia di andare fuori tempo massimo, fissato il 6 febbraio 2026, con le conseguenze che è facile immaginare. Una figuraccia internazionale che il Veneto e l’Italia non meriterebbero. Non bastassero infatti le voci che si rincorrono da giorni sulla possibilità di spostare le gare del bob a Innsbruck in Austria, l’altro giorno ci si è messa di mezzo anche la Provincia di Belluno, che dovrebbe essere la prima interessata a un ottimo svolgimento delle Olimpiadi invernali, e che invece ha “sfiduciato” l’opera a causa dei costi ingiustificabili verso la collettività per uno sport che nel nostro Paese ha pochissimi praticanti professionisti – 35 in tutto tra bob, skeleton e slittino (sic!) – e che sarebbe meglio spostare per le competizioni in Austria. Non c’è che dire: qualcosa a suo modo di clamoroso.

I COSTI
Quando mancano ormai ventisette mesi agli attesissimi Giochi, la realizzazione del contestato impianto è sempre sub iudice – per i costi di costruzione, 124 milioni, e quelli di gestioni annuali, 1 milione, col rischio che faccia la fine di quello per le Olimpiadi 2006 di Torino (nella foto) , oggi inutilizzato e in malora nonostante i 100 milioni spesi -, perché finora le condizioni per la costruzione della pista non soddisfano le poche imprese interessate poiché non ci starebbero dentro con i costi. O perché non guadagnerebbero abbastanza visti l’utile risicato e i rischi connessi. Così martedì la Provincia ha formalmente votato un ordine del giorno che impegna Fondazione Milano Cortina, Governo Meloni e Regione Veneto a “verificare urgentemente e in via ufficiale con le istituzioni austriache competenti se, in alternativa alla pista da bob di Cortina, sussistano le condizioni per l’adeguamento dell’impianto di Innsbruck (costo di 17 milioni, ndr) in tempo utile per le Olimpiadi del 2026, comunicando formalmente alla Provincia di Belluno le risultanze della verifica”. Particolare tutt’altro che trascurabile, e che la dice lunga sul clima che si respira nel Bellunese, l’ordine del giorno è stato presentato da Sinistra italiana e votato dalle opposizioni di centrosinistra , mentre la maggioranza di centrodestra (Lega, FdI e FI) ha preferito uscire dall’aula inducendo l’opposizione a suonare la grancassa: “La Provincia non vuole la pista di bob”. Ieri il governatore Luca Zaia Veneto, Luca Zaia a Verona, ha risposto ai cronisti che “la pista di Cortina è un elemento fondante del dossier di candidatura e pertanto cercheremo di capire quali saranno le decisioni finali del Commissario e del Governo».

I PRECEDENTI EUROPEI
Per il doge serenissimo “va compreso, facendo un confronto con l’offerta sempre in essere di Innsbruck, quali siano le spese reali che dovremmo sostenere per andarci, dopo di ché immagino che qualcuno dovrà prendere una decisione”. Zaia è realista è anche nel caso di spostamento delle gare di bob, slittino e skeleton, nell’impianto olimpico di Igls a Innsbruck, ha detto, “a Cortina restano molte gare e ciò non toglie che si possano rivedere alcune location: attendiamo Roma e vediamo cosa accadrà”. Tant’è che qualcuno osserva che ci sarà pure un motivo se le Olimpiadi Invernali non vengono organizzate in Europa dal 2006 – l’ultima volta fu a Torino, mentre bisogna risalire al 1994 per un altro Paese europeo, Lillehammer in Norvegia, visto che nel 2014 fu in Russia che però è transcontinentale -, proprio per i costi esorbitanti cui non corrisponde un movimento turistico paragonabile a quelle estive. Ecco che quella che pareva un’intromissione sgradita – Innsbruck quando si fece avanti per offrirsi per la pista da bob visto che quella realizzata per i Giochi del 1976 è funzionante, anche se ha bisogno del restyling – potrebbe diventare la possibilità di condividere i costi ed evitare che la costruenda pista di Cortina diventi un salasso e poi una beffa qualora i costi gestionali la facessero dismettere.


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