Omicidio Sikh, l’India non concede più visti ai canadesi
L’India ha sospeso la concessione di visti ai canadesi e ha anche chiesto a Ottawa di ridurre la propria presenza diplomatica nel Paese. La mossa, annunciata ieri, non fa altro che acuire ancora di più la tensione tra i due Paesi scoppiata in seguito alle accuse del primo ministro Trudeau rispetto a un coinvolgimento di Nuova Delhi nell’omicidio del separatista sikh, Hardeep Singh Nijjar. Poco prima dell’annuncio, l’alta commissione canadese in India ha deciso di ridurre temporaneamente la propria presenza nel Paese dopo che alcuni diplomatici sono stati minacciati sui social media. L’India ha fatto sapere che fornirà “tutta la sicurezza e tutto il supporto” necessario ai diplomatici stranieri.
Nello stesso tempo, il portavoce del ministero degli Esteri indiano Arindam Bagchi ha motivato la sospensione del rilascio di nuovi visti ai cittadini canadesi con riferimento a delle “minacce alla sicurezza” nei consolati in Canada. L’India non ha fornito dettagli sulla natura di queste minacce e il ministro della pubblica sicurezza canadese Dominic LeBlanc ha ribadito quanto il Canada sia un Paese sicuro. Una sospensione generalizzata di nuovi visti da parte dell’India nei confronti di un Paese occidentale è inaudita e segna davvero il punto più basso delle relazioni India-Canada.
Bagchi ha anche detto che il Canada dovrebbe essere preoccupato per i danni alla sua reputazione: “Il Canada ha una crescente reputazione di rifugio sicuro per terroristi, estremisti e per il crimine organizzato”. Mentre il Canada è il diciassettesimo maggiore investitore straniero dell’India, dal 2018, l’India è una grande fonte di studenti internazionali in Canada, con un aumento del 47% nel 2022.
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