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Esteri

Pace in Ucraina: i sabotatori sono entrati in azione tra tensioni e timori

La linea Usa-Russia

di Ernesto Ferrante -


Le trascrizioni riportate da Bloomberg di una telefonata che il 14 ottobre il negoziatore plenipotenziario di Trump Steve Witkoff ha avuto con Yuri Ushakov, consigliere di politica estera di Vladimir Putin, durante la quale l’immobiliarista newyorkese proponeva di lavorare insieme ad un piano per l’Ucraina, e di una successiva conversazione fra Ushakov e Kirill Dmitriev, il direttore del Fondo sovrano d’investimenti russo, avvenuta il 29 del mese scorso, hanno sollevato un vero e proprio caso politico e diplomatico. Le chiamate potrebbero essere state fatte su Whatsapp, come ha lasciato intendere Ushakov in una intervista a Kommersant, ma non è chiaro chi possa aver fornito gli audio.

La lista dei possibili sabotatori

In cima alla lista dei “sospettati” figurano Cia e Nsa, anche se non si escludono i servizi di un Paese europeo come la Gran Bretagna, che sembra fare di tutto per prolungare il conflitto. Del resto, l’influenza di Londra sulle dinamiche interne ucraine è molto forte da anni. “Il mio forte sospetto è che siano stati gli americani e se questo è il caso hai due entità che sono in grado di farlo, la Cia e l’Nsa”, ha spiegato alla testata britannica Guardian una fonte legata all’intelligence. Un palese tentativo di sviare le tracce. Il “leak” potrebbe non essere avvenuto negli Stati Uniti. Le dinamiche delle ultime settimane stanno prefigurando un cambio di paradigma, con una rottura dell’antico asse anglo-americano.

Il fastidio dei russi

Ushakov ha definito inaccettabile l’accaduto. E ha anticipato che ne parlerà con l’inviato speciale della Casa Bianca. Il consigliere presidenziale ha annunciato al giornalista del Vgtrk Pavel Zarubin che è stato stato raggiunto un accordo preliminare per la visita a Mosca di Witkoff, precisando che sarà accompagnato da “un certo numero di rappresentanti dell’amministrazione statunitense coinvolti negli affari ucraini”.

Le trattative per la pace in Ucraina

I colloqui in atto per mettere fine alla guerra in Ucraina sono “seri”, ha assicurato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo che ci sono “molte persone” che vogliono cercare di ostacolare il dialogo. La Russia non intende superare nessuna delle linee rosse che ha stabilito sull’Ucraina, ha fatto sapere il vice ministro degli Esteri, Sergei Ryabkov nel corso di una conferenza stampa in cui ha anche spiegato che le relazioni fra Stati Uniti e Russia sono solo nelle prime fasi di una normalizzazione il cui raggiungimento “è tutt’altro che garantito”.

È questo ora il momento preciso in cui non dobbiamo cedere alle provocazioni”, ha aggiunto, denunciando la copertura non oggettiva sul processo di pace in Ucraina da parte dei media occidentali.

Trump minimizza, Kallas alza la posta

Le richieste in atto negli Stati Uniti di dimissioni di Steve Witkoff, per la presidenza russa, “deragliano il fragile processo per un accordo di pace in Ucraina”. Donald Trump ha difeso l’abilità nel fare gli accordi del suo fedelissimo, liquidando come “negoziati standard” i consigli che avrebbe dato alla controparte per ridurre le distanze.

L’Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, in seguito alla videoconferenza tra i ministri degli Esteri dell’Ue a cui ha partecipato anche l’omologo ucraino Andryi Sybiha, ha ripetuto ancora una volta la formula europea dell’aumento della pressione sulla Russia per costringerla a sedersi al tavolo in una posizione di subordinazione, dimenticando che sta vincendo la guerra. Nella realtà parallela di Bruxelles accade anche questo.


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