Parla Gianluca Timpone: “I contribuenti non vanno umiliati, il Fisco smetta di perseguitarli”
“Il cittadino non è un suddito dello Stato, è il motore principale che lo mantiene in vita, quindi se tu hai un motore devi oliarlo non distruggerlo: perché così facendo quel motore prima o poi non riuscirà più a mandare avanti l’autovettura”. Usa questa metafora Gianluca Timpone, commercialista e docente universitario, per sottolineare il rapporto tra il contribuente e il fisco.
Rapporto che andrebbe ripensato in un’ottica più umana e meno persecutoria. “L’evasione fiscale è una piaga e va contrastata però la persona onesta, il contribuente che paga le tasse e magari in un determinato momento non riesce a provvedere al pagamento di una rata o è in difficoltà, non va umiliato, va aiutato”.
Timpone lei si occupa principalmente di contenzioso tributario, in questo periodo avrà il suo bel da fare visto che l’Agenzia delle Entrate sta mettendo in atto una serie di azioni esecutive…
“Esatto, proprio in questi giorni l’Agenzia delle Entrate, tenendo fede a quelle che sono le norme, a quella che è la legge, sta cercando di recuperare quanto più possibile attraverso tutta una serie di azioni esecutive verso quei contribuenti che non sono stati in grado di poter pagare né la rottamazione né tantomeno eventuali rateizzazioni. Addirittura per poche migliaia di euro, anzi, per poche centinaia di euro, arrivano delle azioni esecutive: mi è capitato un contribuente, lavoratore autonomo, che ha avuto un fermo amministrativo all’automobile semplicemente perché aveva una cartella esattoriale di poco più di 300 euro o paradossalmente ci sono stati dei casi in cui il contribuente ha pagato, ad esempio, otto rate della vecchia rottamazione – la rottamazione quater – la nona rata l’ha pagata con un giorno di ritardo, e l’Agenzia delle entrate ha ritenuto non valida più la rottamazione”.
Non esattamente un “Fisco amico”…
“Nel caso di una rata non pagata della rottamazione non solo il debito, al netto di quelle che sono state le rate pagate, torna ritorna quello originario, ma la cosa ancora più grave è che quel debito deve essere pagato in un’unica soluzione perché l’Agenzia delle Entrate non ti concede neanche la rateizzazione. E può procedere non solo a fermi amministrativi ma anche a bloccare conti correnti con eventuali somme presenti e future. Mi sembra evidente che un Fisco che non si avvicina a quelle che sono le difficoltà e le esigenze del contribuente non è un Fisco amico”.
Parliamo di persone oneste che vogliono pagare, che stanno cercando di pagare. È così?
“Parliamo di persone oneste che vogliono mettersi in regola: l’80% dei destinatari di una cartella esattoriale sono quelli che dichiarano, non sono evasori sconosciuti al fisco. Per giunta è anche controproducente: se tu a una persona blocchi il conto corrente, gli blocchi quelle che sono le principali entrate, non sarà più in grado di poter pagare alcun tipo di ulteriore tassa, abbandona il pagamento di quelle che sono i propri obblighi nei confronti delle banche… Insomma, queste persone vanno tenute in debita a considerazione e vanno aiutate, non vanno perseguitate e soprattutto non vanno umiliate”.
Non a caso il ministro dell’Economia Giorgetti ha dichiarato, in previsione della prossima ed imminente manovra di bilancio, che l’obiettivo principale sono la rottamazione e il taglio dell’Irpef.
“Chiariamo una cosa: il cosiddetto ceto medio, cioè quelli che hanno un reddito fino a 50-60 mila euro, garantiscono circa il 70% del gettito Irpef. Ergo, su 130 miliardi che lo Stato annualmente incamera a titolo di Irpef, il 70% viene garantito da quella fascia lì. Quindi quella è la fascia che va aiutata: ben venga qualsiasi azione del governo in questo senso”.
Fra un paio di settimane avremo un quadro più chiaro delle misure che andranno a comporre la Legge di Bilancio e si saprà qualcosa di più anche su un ipotetico contributo che il governo potrebbe chiedere alle banche. Che ne pensa?
“Con la cosiddetta tassazione degli extra profitti si sta chiedendo alle banche – motore che regge il sistema economico del Paese – di contribuire, con i loro profitti elevatissimi, ma anche in ragione del fatto che spesso le politiche adottate dai singoli governi avevano come elemento prioritario la banca. Anche solo con le concessioni di prestiti agevolati, attraverso la garanzia statale, la banca era in grado di alimentare i consumi: tant’è vero che un’ipotesi plausibile sarebbe quella di dare la possibilità a tutti i cittadini di poter contrarre debiti a tasso agevolato. Chiariamo: il debito non crea risparmio, ma crea consumo quindi con il credito incamerato l’impresa può effettuare degli investimenti, e le persone fisiche possono alimentare i consumi. Questa potrebbe essere una soluzione che aiuta le banche ma soprattutto il sistema economico. Poi, se le banche effettivamente hanno conseguito dei profitti elevatissimi sarebbe quantomeno opportuno da parte loro contribuire alla crescita e al mantenimento del sistema economico del nostro Paese. Anche perché senza un welfare strutturato, anche le banche potrebbero avere delle difficoltà”.
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