Esteri

Penta-Putin, radiografia del quinto mandato

Urne e trincee. Voti e bombe si intrecciano nelle presidenziali russe, sulle quali soffia il vento di un conflitto che può estendersi con l’intervento diretto della Nato. Vladimir Putin si è rivolto ai connazionali che da oggi a domenica sono chiamati a compiere il più democratico dei doveri, con parole cariche di enfasi: “Andate a votare, solo voi potete decidere il futuro del vostro Paese. Dobbiamo confermare il nostro consolidamento, la nostra determinazione ad andare avanti insieme. Ogni voto conta. Per questo vi invito a realizzare il vostro diritto di voto nei prossimi tre giorni”. La sua poderosa macchina elettorale ci tiene molto a mettere in vetrina un affluenza alta, almeno del 70 per cento. Il presidente ha evocato la difesa del Paese e la resistenza contro i nemici esterni con l’astuto utilizzo di termini che per i russi hanno un significato profondo: “Lasciatemi dire le cose come stanno: partecipare alle elezioni oggi è una dimostrazione di patriottismo. Votano anche i nostri combattenti al fronte. Dimostrando coraggio ed eroismo, difendono la madre patria e, partecipando alle elezioni danno un esempio a noi tutti”.
Quella dello “zar” è stata un’ascesa lunghissima e inarrestabile. Arrivato al Cremlino più di 24 anni fa, il 31 dicembre del 1999, su chiamata di Boris Eltsin, ci resterà fino al 2030, superando addirittura Stalin per longevità nell’occupazione della posizione di vertice. Se lo vorrà, avrà anche la possibilità di rimanere al potere fino al 2036. Il primo successo elettorale per l’ex agente del Kgb a Dresda è datato 26 marzo del 2000: vittoria con il 53 per cento dei voti. In soli quattro anni, nel 2004, viene riconfermato con il 71,3 per cento. Ancora più sonante è il successo del del 2018, dopo la “stagione” dell’alternanza con Dmitry Medvedev. E’ la sua quarta volta, la prima dopo l’annessione della Crimea, e raccoglie il 76,7 per cento dei consensi. All’inizio del 2020 Putin presenta più di 200 emendamenti della Costituzione, poi ratificati in un referendum, fra cui quello consente agli ex Presidenti in vita, quindi a lui e a Medvedev, di vedere azzerati i loro mandati, con la possibilità di riproporsi, com’è accaduto.
Morte e vita. Alcuni tratti salienti del quinto mandato putiniano, sono stati anticipati nel suo recente discorso sullo stato dell’unione di fronte all’Assemblea federale. La Russia si prepara ad una guerra lunga. Il comparto militar industriale trascina il resto delle attività produttive.
Significativa è la scalata del vice capo di gabinetto del Cremlino con la delega alle questioni interne, Sergei Kiriyenko, che potrebbe diventare vice Premier con ampi poteri in materia di progetti sociali. Mosca sta puntando molto sul richiamo ai valori tradizionali come baluardo contro la dissoluzione occidentale.
La strada indicata da Vladimir Putin è chiara: “L’obiettivo principale della famiglia è quello di fare figli, procreare, far crescere figli e garantire la sopravvivenza del nostro Paese multi etnico. Noi abbiamo scelto la vita”. Incremento delle nascite e difesa del popolo russo sono i cardini del “nuovo” corso. Raddoppiate le deduzioni fiscali per i genitori, con un incremento dal secondo figlio in poi, e via libera alla costruzione di nuovi ospedali e ambulatori per la salute delle donne e dei loro figli. Il 2024 è stato dichiarato in Russia “anno della famiglia”.
La possibilità di “incidere” da parte dell’opposizione interna, appare molto limitata. Per l’analista di Meduza, sito indipendente con sede in Lettonia, e collaboratore di Carnegie Politika, Alexander Dunaev, l’invito all’Occidente a non riconoscere la legittimità di Putin “è una delle pochissime cose che si può fare, ma non l’unica”. L’Unione Europea ha scelto di non pronunciarsi “prima” delle votazioni, pur nutrendo seri dubbi sulla loro legittimità, anche se la decisione di riconoscerne o meno l’esito spetta agli Stati membri. Lo ha detto il portavoce dell’Ue per gli Affari Esteri Peter Stano, durante il briefing con i media.