Cronaca

Per la Procura la morte del tifoso del Rionero è avvenuta a causa di “violenza tribale”

di Redazione -


“Un vero e proprio agguato che si è sviluppato con violenza tribale, anche per il tipo di armamentario che i tifosi della Vultur Rionero avevano con loro”. Così il procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, ha definito in conferenza stampa alla questura di Potenza lo scontro tra tifosi che ieri, domenica 19 gennaio, ha determinato la morte di Fabio Tucciariello, il 39enne tifoso della Vultur Rionero. Curcio ha parlato di “pianificazione” da parte della tifoseria del Rionero che avrebbe aggredito quella del Melfi in viaggio verso Tolve, dove avrebbe dovuto disputare la partita, mentre il Rionero sarebbe dovuto scendere in campo contro il Brienza. Secondo la dinamica riportata dagli inquirenti i tifosi del Vultur Rionero avrebbero aspettato all’incrocio per Tolve, all’uscita di Vaglio Scalo dalla strada statale Basentana, i tifosi del Melfi per poi aggredirli. Dopo aver fatto passare le prime due vetture, si sarebbero scagliati contro la terza impedendone il passaggio. Ad essere stata ostacolata è una Fiat Punto guidata da Salvatore Laspagnoletta, trent’anni, che ha accelerato investendo a morte Tucciariello. L’accusa, per lui, è di omicidio volontario. Per gli altri 25 è di violenza privata, tentate lesioni e possesso illegale di armi improprie per eventi sportivi o trasferte. Sul posto sono stati sequestrati tirapugni, mazze, bastoni e petardi in possesso dei tifosi del Rionero. Privi di armi e con a bordo un bambino i tifosi del Melfi: il minore non era nell’auto condotta da Laspagnoletta. Gli inquirenti non hanno confermato un contatto tre le tifoserie avversarie prima dell’accaduto. Per il questore Isabella Fusiello “non si può parlare di un reato relegato a un evento sportivo ma alla criminalità comune. Persone del genere – ha detto – non possono essere considerate tifosi o supporter”.


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