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30 milioni per l’atomo, ecco il piano Nuclitalia

di Cristiana Flaminio -


Nuclitalia ha un piano. Trenta milioni per il nucleare di domani, tutti provenienti dai tre soci fondatori e cioè Enel, Ansaldo Energia e Leonardo. Si tratta di un finanziamento importante che, stando a quanto riporta l’agenzia Radiocor, servirà ad avviare la prima fase dell’attività di Nuclitalia, la joint venture dell’atomo. Durerà due anni e servirà ad individuare le tecnologie su cui puntare. A essere maggiormente indiziate sono, oltre agli Small modular reactors, anche quelle ad acqua di terza generazione. Al termine dei due anni di studio, ricerca e approfondimento sarà redatta una short list delle tecnologie da tener presenti per lo sviluppo del nucleare italiano. Non sarà un processo velocissimo, l’orizzonte è sempre lungo. E c’è da tener presente il Piano Clima che ha già, per il momento, piazzato gli Smr al vertice della classifica della “convenienza”. L’obiettivo, in questo caso, sarà quello di dotare il Paese dei primi reattori modulari già nel prossimo decennio. Ma il traguardo è, ancora, un altro. Già, perché si punta agli Advanced modular reactors, in pratica al nucleare di quarta generazione, già negli anni ’40. Intanto si sarebbe già “creata” una buona base di energia prodotta per il tramite della fissione da cui partire. Naturalmente ci sarà da tener d’occhio anche il tema del nucleare da fusione che, stando a quanto riportato da diversi studi e ricerche, potrebbe rappresentare un’altra frontiera energetica importante per l’Italia. Dei trenta milioni di cui Nuclitalia si avvarrà per le sue ricerche, praticamente nessuno sarà riconducibile ai fondi pubblici. Le aziende coinvolte, difatti, pagheranno di tasca loro.


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