Esteri

Pioggia di missili sull’Ucraina. La risposta di Mosca all’invio dei tank

di Ernesto Ferrante -


 

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden potrebbe arrivare in Europa in occasione del primo anniversario dell’inizio dell’operazione militare speciale russa in Ucraina, il 24 febbraio prossimo. Si parla anche di una tappa in Polonia, divenuta un hub cruciale per il trasferimento alle truppe di Zelensky delle armi inviate da altri membri dell’Alleanza. La visita potrebbe coincidere con l’annuncio di Washington di un nuovo consistente pacchetto di aiuti militari a Kiev. Secondo la Cnn è “altamente improbabile” un’incursione di Biden nel teatro di guerra ucraino per ragioni di sicurezza.
La svolta interventista dell’amministrazione americana preoccupa Donald Trump, che sul suo social “Truth” ha scritto: “Prima i carri armati, poi le armi nucleari. Fermiamo ora questa guerra folle, è così facile da farsi”. Il post del tycoon è stato subito ripreso dai media russi.
Arriveranno “tra fine marzo e inizio aprile” i tank Leopard che la Germania ha promesso agli ucraini. Lo ha detto il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, precisando che l’addestramento delle truppe ucraine all’utilizzo dei veicoli da combattimento Marder inizierà nei prossimi giorni, mentre quello per i Leopard “un po’ più tardi”.
Entro la fine di marzo saranno materialmente disponibili anche i Challenger 2 britannici. Lo ha annunciato il sottosegretario britannico alla Difesa Alex Chalk, aggiungendo che la preparazione dei soldati al loro uso e la formazione di chi si occuperà della loro manutenzione partiranno lunedì.
Tempi più brevi per i Leopard polacchi. “Appena gli ucraini avranno completato l’addestramento, saremo pronti a consegnare l’equipaggiamento alla parte ucraina. Sono convinto sia questione di settimane”, ha affermato il vice ministro della Difesa polacco Wojciech Skurkiewicz. Varsavia ne fornirà complessivamente 14. “La Polonia è, e continuerà ad essere, il motore del sostegno all’Ucraina, mentre la Germania è il freno, ma forse questo freno è stato ieri allentato. Continueremo a fare pressione sui tedeschi”, ha dichiarato il ministro polacco della difesa Mariusz Blaszczak.
Si muove anche la Norvegia. Il ministro della Difesa norvegese, Bjorn Arild Gram, ha spiegato che questi soldati riceveranno l’addestramento in una base militare nella provincia di Trondelag.
Dopo la fornitura dei carri armati Leopard 2 e Abrams all’Ucraina, la Russia percepisce “un coinvolgimento diretto” dell’Occidente nel conflitto. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo cui questo coinvolgimento “sta crescendo”. “Ci sono dichiarazioni continue che arrivano dalle capitali europee e da Washington secondo cui l’invio di vari sistemi d’arma, compresi i carri armati, in Ucraina non significa in alcun modo il coinvolgimento di questi Paesi o della Nato nelle ostilità in corso in Ucraina. Siamo categoricamente in disaccordo con questo”, ha attaccato Peskov.
La risposta di Mosca alla mobilitazione di Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania, è stata affidata agli attacchi missilistici. Il portavoce dei servizi di emergenza dell’Ucraina, Oleksandr Khorunzhy, parlando con la televisione di Stato, ha rivendicato che l’abbattimento di 47 dei 55 missili sparati dai russi. Nella capitale ha perso la vita un uomo di 55 anni, mentre le autorità di Zaporizhzhia hanno segnalato tre vittime.
La Russia avrebbe usato i missili ipersonici Kinzhal nei raid di ieri. Ne è convinto il comandante in capo delle forze armate ucraine, Valery Zaluzhnyi. In una nota, Zaluzhnyi ha specificato che tre dei quattro missili aerei guidati (X-59) lanciati dalle truppe di Putin, “non sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi”.
Danneggiate le infrastrutture energetiche in diverse regioni, con un conseguente deficit di corrente significativo, secondo la società ucraina di Stato per l’energia Ukrenergo. “E’ il tredicesimo attacco missilistico e il quindicesimo attacco di droni al sistema energetico dell’Ucraina. Ci sono danni alle attrezzature nelle regioni meridionali, centrali e sud-occidentali”, ha denunciato la compagnia.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito l’intenzione di non negoziare con il suo omologo russo Vladimir Putin fino a quando non ritirerà tutte le sue truppe dal’Ucraina. Zelensky ha espresso l’intenzione di negoziare con un nuovo governo a Mosca. Immediata la replica del Cremlino: “Il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha smesso di essere un possibile interlocutore per il presidente russo Vladimir Putin molto tempo fa”. “Sappiamo quali promesse fece Zelensky durante la sua campagna presidenziale – ha tuonato il portavoce Peskov – e non è difficile ricordarle o rinfrescare la memoria di quegli elettori che lo hanno eletto in Ucraina: non ha mai risolto il problema del Donbass, ha rinnegato gli Accordi di Minsk, anzi, non li ha mai portati avanti, dato che si stava preparando per la guerra. Ecco perché, mettiamola così, lui stesso ha cessato da tempo di essere un potenziale interlocutore del presidente Putin”.
L’ex comico ha ringraziato i leader dei Paesi Occidentali che hanno accettato di inviare a Kiev i carri armati di ultima generazione ma ha sollecitato una loro veloce consegna. E chiesto anche missili a lunga gittata e aerei da combattimento.
Un nutrito gruppo di intellettuali italiani, da Franco Cardini a Carlo Freccero, da Joseph Halevi a Moni Ovadia, da Paolo Cappellini ad Alessandro Di Battista, esprime perplessità sulla presenza del presidente ucraino all’ultima serata del Festival di Sanremo. “L’Italia ha lanciato da Sanremo successi planetari che celebrano la vita, la felicità e l’amore. Abbiamo appreso perciò con incredulità che, in una delle serate clou dell’evento, presumibilmente sabato 11 febbraio, interverrà Vladimir Zelensky, capo di Stato di uno dei due paesi che oggi combattono la sanguinosa guerra del Donbass”. “Una guerra, scrivono ancora, “fomentata da irresponsabili invii di armi e da interessi economici e geostrategici inconfessabili”, “che ha ragioni complesse, tra cui il fatto che la Nato sia andata ad “abbaiare ai confini della Russia” (utilizzando le parole di Papa Francesco), oltre alle conseguenze della brutale repressione del governo nazionalista di Zelensky contro la popolazione russofona, soprattutto in Donbass. Una guerra che come italiani abbiamo il dovere costituzionale di ripudiare”.

Torna alle notizie in home