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Pisicchio e Emiliano “fratelli coltelli”: l’ex assessore rivela che il governatore seppe del suo arresto da “fonti romane”

di Angelo Vitale -


Alfonsino Pisicchio e Michele Emiliano “fratelli coltelli” in Puglia: emerge un nuovo sconfortante quadro della disinvolta gestione del potere nella regione, da settimane bersagliata da inchieste giudiziarie, anteprima di probabili nuove indagini. Il governatore della Regione, Michele Emiliano, avrebbe avvisato delle indagini e di una accelerazione della valutazione di misure cautelari a suo carico Alfonsino Pisicchio, l’ex commissario straordinario dell’Arti che il governatore della Regione Puglia aveva nominato alla fine dell’anno scorso, nel mese di dicembre 2023. Lo racconta la Gazzetta del Mezzogiorno indicando in Pisicchio, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, l’autore di una rivelazione che mette in ballo nella vicenda proprio colui che gli aveva affidato questo incarico. Disinvolte dichiarazioni che potrebbero anche aprire ad una velenosa “resa dei conti” nel quadro della gestione del potere in Regione.

Pisicchio è stato arrestato la sera del 10 aprile scorso (mercoledì, analoga misura cautelare a carico del fratello Enzo, riferimento principale del movimento Iniziativa Democratica). Con il fratello Enzo è indiziato di aver “governato” secondo interessi contrari a quelli pubblici, una serie di sostanziosi finanziamenti regionali a favore di imprese cui sarebbe stata avanzata la richiesta di assumere parenti e sodali del suo schieramento politico. Secondo i magistrati, all’epoca del suo incarico quale assessore regionale, Pisicchio si sarebbe adoperato anche per alterare una gara da 5 milioni bandita dal Comune di Bari per la riscossione dei tributi. Gara poi vinta da una società che faceva capo all’imprenditore Giovanni Riefoli (oggi posto agli arresti domiciliari) in cambio di assunzioni e di utilità varie per l’importo di 50mila euro.

Nell’interrogatorio di garanzia, Pisicchio avrebbe mostrato ai giudici una catena di screenshot. Messaggi, ospitati in telefoni cellulari di sua disponibilità, indirizzatigli da Michele Emiliano. Secondo il governatore, preoccupanti notizie provenienti da “fonti romane” segnalavano le indagini a carico di Pisicchio che avrebbero generato una svolta nell’interesse della magistratura, “attualizzando” le esigenze cautelari a suo carico.

A quel punto, sempre nei messaggi, Emiliano avrebbe pressato Pisicchio a dimettersi. In caso contrario, avrebbe provveduto lo stesso governatore a revocargli l’incarico. Circostanza che si concretizzò, facendo per la verità subito pensare che Pisicchio fosse stato messo sull’avviso per quanto stava per capitargli: in serata fu arrestato.

I nuovi particolari sul comportamento di Emiliano, prima ancora che possa esserci un attivo interesse della Procura della Repubblica sulla natura delle sue rivelazioni e sulla probabile ricerca dell’identificazione precisa delle “fonti romane” che lo avrebbero allertato, attirano i commenti negativi del presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri. (“Oltre a a frequentare le sorelle dei boss, frequenta ancora qualche persona autorevole che lo avvisa. Vicende di questo tipo costituiscono un reato. Nei giorni scorsi gli avevamo chiesto nei giorni scorsi se avesse revocato il Pisicchio sapendo dell’arresto, e ha detto pubblicamente che si è trattata di una pura coincidenza. Ora gli chiediamo pubblicamente: é per caso indagato visto che acquisire ed utilizzare notizie riservate è un reato?”) e di Matteo Renzi (“Gli avrebbe detto. dimettiti o ti caccio. Se i fatti corrispondono al vero, un doppio scandalo. Qualcuno tra gli inquirenti informava Emiliano? Come faceva a sapere dell’indagine? Usa le informazioni ricevute per gestire i rapporti politici in Puglia e lo fa in modo arrogante e violento. La Puglia non cambierà mai finché sarà governata da Michele Emiliano e da quelli come lui”).


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