Esteri

Polonia in marcia: a Varsavia in migliaia protestano contro il governo

di Martina Melli -


Domenica in Polonia, in occasione del 34° anniversario delle prime elezioni democratiche del 1989, centinaia di migliaia di persone hanno marciato attraverso il centro di Varsavia per protestare contro il governo populista di destra prima delle prossime elezioni autunnali.
All’enorme marcia antigovernativa nella capitale hanno partecipato cittadini provenienti da tutto il paese. Migliaia di persone si sono radunate a Cracovia e in altre città della nazione, mostrando grande frustrazione nei confronti di un governo accusato di violare la costituzione e di erodere i diritti fondamentali dei cittadini. La folla che si estendeva per almeno due chilometri ha marciato con striscioni che recitavano “Polonia libera, europea” e “Unione europea sì, PiS no”, con riferimento al partito attualmente al governo “Legge e giustizia” (PiS). Alcuni indossavano maschere del leader del partito Jaroslaw Kaczynski su cui era scritta la parola “vergogna”.

“Siamo mezzo milione qui, è un record”, ha detto alla folla Donald Tusk, ex primo ministro che guida il gruppo di opposizione “Piattaforma civica” ed ex capo del consiglio dell’Unione europea. Tusk ha accolto i sostenitori affermando che la voce dei polacchi non può essere messa a tacere e sottolineando come la marcia di domenica fosse stata il più grande raduno politico da quando la Polonia ha riconquistato l’indipendenza dopo il periodo comunista. “La democrazia muore nel silenzio, ma oggi abbiamo alzato la voce . Il silenzio è finito, ora grideremo”, ha dichiarato in un discorso alla fine della marcia. Secondo i sondaggi, le elezioni previste dopo l’estate saranno molto combattute anche e soprattutto per via della guerra tra la Russia e la vicina Ucraina, una guerra che rafforza l’attuale partito al governo Legge e Giustizia, emerso come voce di spicco contro il Cremlino in Europa. Nonostante le numerose critiche in patria e all’estero nei confronti del PiS (considerato responsabile di erodere lo stato di diritto, trasformare i media statali in portavoce istituzionali e sostenere l’omofobia), l’opposizione ha comunque bisogno di lottare per galvanizzare il sostegno popolare.

Nel frattempo, il governo del primo ministro Mateusz Morawiecki nega di sovvertire qualsiasi norma democratica affermando che il suo scopo è proteggere i valori cristiani tradizionali dalle pressioni liberali dell’Occidente e rendere l’economia più equa.
Sebbene il municipio di Varsavia abbia fornito una stima di 500.000 persone e le strade centrali fossero gremite di manifestanti, non c’è stata alcuna conferma ufficiale dei numeri della manifestazione. Molte persone hanno sventolato bandiere polacche o europee e secondo i testimoni c’era un clima sì di protesta ma anche ottimista e festoso.
“L’intera Polonia, l’intera Europa e il mondo intero vedono quanto siamo forti e come siamo pronti a lottare di nuovo per la democrazia e la libertà, come abbiamo fatto 30, 40 anni fa”, ha ribadito Tusk alla folla. Per affrontare le sfide dei prossimi mesi, Tusk ha chiesto all’opposizione unità nonostante le differenze politiche, e ha promesso la vittoria alle elezioni che si terranno a ottobre o novembre. “Oggi giuro di vincere, di rendere responsabili coloro che sono al potere, di riparare l’ingiustizia in modo che alla fine le persone possano essere riconciliate”, Diversi manifestanti accorsi hanno affermato di essere stati spinti dalla legislazione proposta dal PiS per eliminare l’indebita influenza russa dal paese. Secondo i partiti di sinistra però, non sarebbe altro che una caccia alle streghe per scovare ed eliminare gli oppositori politici.

In un’inaspettata inversione di tendenza, venerdì il presidente Andrzej Duda, alleato del PiS, ha dichiarato che proporrà emendamenti alla legge che ha suscitato critiche anche da parte degli avvocati, oltre che degli Stati Uniti e della Commissione europea. L’esecutivo dell’UE ha infatti affermato che la legislazione potrebbe effettivamente vietare alle persone di ricoprire cariche pubbliche senza un adeguato controllo giudiziario.


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