Presidik
Come e peggio di chi diventa un simbolo, il paladino degli oppressi, e poi lucra sui fondi per l’accoglienza, così la preside antimafia viene arrestata con le mani nel sacco. E’ il caso di Daniela Lo Verde, dirigente scolastico dell’Istituto “Giovanni Falcone” dello Zen di Palermo.
Un simbolo di speranza per una delle aree più degradate del Paese. E invece le prove che dietro quel simbolo, di una donna premiata dal Presidente Mattarella per il suo impegno civile, si cela purtroppo un delinquente comune. Le immagini girate dai carabinieri riprendono la donna mentre razzia la mensa scolastica e si appropria di tablet e cellulari destinati alla sua scuola.
Un triste epilogo per la parabola di una donna ritenuta per ani una preside di frontiera, baluardo di legalità in una zona a rischio, nel 2020 nominata cavaliere della Repubblica dal capo dello Stato. La 53enne è stata arrestata ieri per corruzione e peculato insieme al vicepreside Daniele Agosta. Per mesi si sarebbero appropriati del cibo, di computer e di tablet destinati ai ragazzi e acquistati con i fondi europei. Il gip che, per entrambi, ha disposto gli arresti domiciliari parla di quadro probatorio “chiaro, del tutto inequivocabile e imbarazzante”. e di una gestione assolutamente spregiudicata e volta a curare meramente interessi di natura personale.
L’inchiesta, coordinata dal pm della Procura europea Gery Ferrara e Amelia Luise, coinvolge anche una terza persona, Alessandra Conigliaro, anche lei ai domiciliari: si tratta di una dipendente di un negozio di informatica che avrebbe ottenuto le forniture di dispositivi alla scuola in via diretta e in esclusiva e in cambio avrebbe regalato ai due dirigenti tablet e cellulari. Il quadro che emerge dalle indagini è vergognoso. “Il riso .. . lo metti lì davanti alla cassettiera e per la cucina questo… benissimo… ora sistema sopra il frigorifero… questa cosa di origano mettila pure per casa… – spiegava la Lo Verde alla figlia non sapendo di essere intercettata -. Quelle mettile in un sacchetto che non si può scendere. Il tonno mettilo qui sotto… poi lo portiamo a casa a Sferracavallo (la villa al mare della preside, ndr)”. Intanto le cimici dei carabinieri, coordinati dal colonnello Salvatore Di Gesare, comandante del Reparto operativo di Palermo, registravano tutto.
L’inchiesta nasce
dalla denuncia
di una insegnante
L’inchiesta nasce dalla denuncia di una insegnante che ha svelato i metodi della donna. Una intercettazione la dice lunga sulla spregiudicatezza, il cinismo e l’avidità dei due finiti in manette. In una conversazione la preside e il suo vice commentano un furto di computer avvenuto a scuola e denunciato sui media dalla donna. “Per un cornuto un cornuto e mezzo – diceva Agosto – ci stanno arrivando soldi da tutte le parti!”. Dal canto suo, la preside rivendicava il merito di aver reso pubblica la notizia “proprio al fine di cavalcare l’onda, pubblicizzare ancora di più il suo personaggio di preside integerrima in prima linea ed ottenere attestazioni di stima, solidarietà, ma soprattutto soldi e aiuti economici dalle istituzioni”, commenta il gip. “Grazie tu devi dire… perché non l’aveva saputo nessuno… tu lo devi dire che… che sono io quella speciale!”, diceva la preside a proposito della diffusione della notizia. In effetti, il sindaco di Palermo attraverso la Fondazione Sicilia dopo i fatti assegnò all’istituto un contributo di circa tremila euro per riacquistare le attrezzature rubate.
Intanto, inevitabile, è arrivata subito la reazione del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara: “Relativamente alla vicenda giudiziaria che coinvolge la dirigente scolastica dell’Istituto Falcone di Palermo – si legge in una nota – è stato disposto il provvedimento di sospensione immediata. In tempi brevi sarà nominato il reggente per garantire un rapido ritorno alla normalità”. E su impulso del ministro ieri il direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia ha firmato un provvedimento di sospensione. Valditara ribadisce “il ringraziamento per l’impegno che mettono ogni giorno nel loro lavoro a servizio della comunità, proprio dove impegnarsi è più difficile. A sostegno loro, degli studenti e di tutto il personale scolastico saranno inviati degli operatori psico-pedagogici, a supporto di tutta la comunità scolastica nell’elaborazione di quanto accaduto oggi”. Un duro colpo per l’immaginario collettivo, per chi giustamente crede nel valore socio-culturale dell’esempio di impegno civico. Qui siamo elle prese con una persona che ha sfruttato il meccanismo della notorietà e il prestigio dei riconoscimenti istituzionali per avere credibilità e rendersi quindi insospettabile. Una delusione davvero per tutti.
Un simbolo di speranza per una delle aree più degradate del Paese. E invece le prove che dietro quel simbolo, di una donna premiata dal Presidente Mattarella per il suo impegno civile, si cela purtroppo un delinquente comune. Le immagini girate dai carabinieri riprendono la donna mentre razzia la mensa scolastica e si appropria di tablet e cellulari destinati alla sua scuola.
Un triste epilogo per la parabola di una donna ritenuta per ani una preside di frontiera, baluardo di legalità in una zona a rischio, nel 2020 nominata cavaliere della Repubblica dal capo dello Stato. La 53enne è stata arrestata ieri per corruzione e peculato insieme al vicepreside Daniele Agosta. Per mesi si sarebbero appropriati del cibo, di computer e di tablet destinati ai ragazzi e acquistati con i fondi europei. Il gip che, per entrambi, ha disposto gli arresti domiciliari parla di quadro probatorio “chiaro, del tutto inequivocabile e imbarazzante”. e di una gestione assolutamente spregiudicata e volta a curare meramente interessi di natura personale.
L’inchiesta, coordinata dal pm della Procura europea Gery Ferrara e Amelia Luise, coinvolge anche una terza persona, Alessandra Conigliaro, anche lei ai domiciliari: si tratta di una dipendente di un negozio di informatica che avrebbe ottenuto le forniture di dispositivi alla scuola in via diretta e in esclusiva e in cambio avrebbe regalato ai due dirigenti tablet e cellulari. Il quadro che emerge dalle indagini è vergognoso. “Il riso .. . lo metti lì davanti alla cassettiera e per la cucina questo… benissimo… ora sistema sopra il frigorifero… questa cosa di origano mettila pure per casa… – spiegava la Lo Verde alla figlia non sapendo di essere intercettata -. Quelle mettile in un sacchetto che non si può scendere. Il tonno mettilo qui sotto… poi lo portiamo a casa a Sferracavallo (la villa al mare della preside, ndr)”. Intanto le cimici dei carabinieri, coordinati dal colonnello Salvatore Di Gesare, comandante del Reparto operativo di Palermo, registravano tutto.
L’inchiesta nasce
dalla denuncia
di una insegnante
L’inchiesta nasce dalla denuncia di una insegnante che ha svelato i metodi della donna. Una intercettazione la dice lunga sulla spregiudicatezza, il cinismo e l’avidità dei due finiti in manette. In una conversazione la preside e il suo vice commentano un furto di computer avvenuto a scuola e denunciato sui media dalla donna. “Per un cornuto un cornuto e mezzo – diceva Agosto – ci stanno arrivando soldi da tutte le parti!”. Dal canto suo, la preside rivendicava il merito di aver reso pubblica la notizia “proprio al fine di cavalcare l’onda, pubblicizzare ancora di più il suo personaggio di preside integerrima in prima linea ed ottenere attestazioni di stima, solidarietà, ma soprattutto soldi e aiuti economici dalle istituzioni”, commenta il gip. “Grazie tu devi dire… perché non l’aveva saputo nessuno… tu lo devi dire che… che sono io quella speciale!”, diceva la preside a proposito della diffusione della notizia. In effetti, il sindaco di Palermo attraverso la Fondazione Sicilia dopo i fatti assegnò all’istituto un contributo di circa tremila euro per riacquistare le attrezzature rubate.
Intanto, inevitabile, è arrivata subito la reazione del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara: “Relativamente alla vicenda giudiziaria che coinvolge la dirigente scolastica dell’Istituto Falcone di Palermo – si legge in una nota – è stato disposto il provvedimento di sospensione immediata. In tempi brevi sarà nominato il reggente per garantire un rapido ritorno alla normalità”. E su impulso del ministro ieri il direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia ha firmato un provvedimento di sospensione. Valditara ribadisce “il ringraziamento per l’impegno che mettono ogni giorno nel loro lavoro a servizio della comunità, proprio dove impegnarsi è più difficile. A sostegno loro, degli studenti e di tutto il personale scolastico saranno inviati degli operatori psico-pedagogici, a supporto di tutta la comunità scolastica nell’elaborazione di quanto accaduto oggi”. Un duro colpo per l’immaginario collettivo, per chi giustamente crede nel valore socio-culturale dell’esempio di impegno civico. Qui siamo elle prese con una persona che ha sfruttato il meccanismo della notorietà e il prestigio dei riconoscimenti istituzionali per avere credibilità e rendersi quindi insospettabile. Una delusione davvero per tutti.
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