Attualità

PRIMA PAGINA – Attenta ai tranElly: le trappole per Schlein

di Edoardo Sirignano -


Attenta ai “tranElly”, le insidie interne ed esterne che Schlein troverà nel cammino verso Bruxelles. La donna del Nazareno deve combattere sia contro chi vuole rubarle la leadership della coalizione, sia deve badare ai Bruti dem, non solo riformisti, che preoccupati per gli ultimi sondaggi, vorrebbero utilizzare le europee per scaricarla e richiamare il sempre efficace Gentiloni da Bruxelles.

La campagna acquisti di Renzi e Calenda

Il calciomercato centrista, lo scontro a suon di adesioni fra Renzi e Calenda, non svuota Forza Italia, come qualcuno predicava dopo la dipartita di Silvio, ma indebolisce un solo universo, quello dem. Azione e Italia Viva hanno un punto in comune: speculare sul “mal di sinistra”, che al Nazareno è attuale come il raffreddore a gennaio. La stessa lista unica con a capo Cottarelli, di cui si parla da giorni, è solo uno dei tanti “tranElly” architettati dal francese Macron per indebolire la sinistra continentale e candidarsi ad ago nella bilancia in un rinnovato schema Ursula. A parte un difficile suicidio politico, tutti sanno che alla fine i litiganti dovranno trovare la quadra per restare a galla, magari con la mediazione dell’infortunata Bonino. Il meeting di +Europa, che si svolgerà a febbraio (a inizio marzo i partiti devono depositare i simboli), sarà la deadline per il Terzo Polo 2.0. A Renzi non basta aver chiuso con il preistorico Mastella per dormire sogni tranquilli, così come per Calenda non è sufficiente il grillino Pizzarotti. Le amazzoni azzurre, guidate da Carfagna, tutto vogliono tranne che ex pentastellati o nuovi Ulivi.

La minaccia riformista

Nell’elenco dei “tranElly” costanti ci sono gli ex renziani nel Pd, pronti ad allearsi col diavolo pur di tornare protagonisti. La banda, formata dai vari Guerini, Madia, Malpezzi e Valente, starà in silenzio fino a giugno, ma non oltre. Se la segretaria dovesse spuntarla rialzeranno la testa, magari aizzando i governatori del Sud e puntando sul disappunto verso i diktat rossi. Se dovesse fare peggio di Letta, invece, invocheranno l’arrivo dell’ormai già designato Gentiloni. Paolone staccherà subito ogni contatto con Cgil, M5S ed estremi vari, mentre proverà a ricucire con chi ha abbandonato la barca, quelli che oggi vengono chiamati “traditori”. Tutti sanno che a Renzi interessa il ruolo di commissario Ue e in tal senso Er Moviola gli potrebbe dare più di un semplice sostegno, magari in cambio di un piano made in Matteo per il Colle.

I congiurati e lo strano caso Sicilia

Come ben dimostra l’abbandono dell’ex eurodeputato Smeriglio, che preferisce Fratoianni a Schlein, i “tranElly” non riguardano il solo centro. Anzi sono tra le file progressiste e tra i principali sponsor della segretaria. A favorire la sconfitta della sardina nel collegio che include le isole, ad esempio, ci sarebbero proprio i fedelissimi Boccia e Franceschini, che senza alcuna ragione, mettono un veto su Cateno De Luca, pur portando quest’ultimo un 1,5% in più. Sebbene il siciliano sia disponibile a ogni genere di sacrificio, candidando sconosciuti e non profili di punta, i dem non vogliono parlare con lui. Preferiscono perdere prima del fischio d’inizio. L’antifascismo targato Alivernini non funziona più dai tempi della Boldrini e quale migliore scusa di una disfatta continentale per metterlo in soffitta. Tra quote rosa spaventate per la riconferma a Bruxelles, la bocciatura del padre fondatore Prodi e una meteorite, dovuta a imminenti mutamenti planetari, che potrebbe presto causare la fine del Jurassik Pd, comprese le recenti creature dell’armocromia, i più forti dinosauri sanno che devono adattarsi per sopravvivere.


Torna alle notizie in home