Politica

PRIMA PAGINA – Caso Diciotti, per la Cassazione il governo deve risarcire i migranti

di Rita Cavallaro -


Gli italiani dovranno risarcire i clandestini della nave Diciotti per i danni morali subiti per l’illegittima privazione della libertà. È quanto ha disposto ieri la Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso presentato da un gruppo di immigrati eritrei che, tra il 16 al 25 agosto del 2018 sotto il governo Conte 1, erano stati trattenuti sulla nave militare in virtù della politica dei porti chiusi, messa in atto dall’allora ministro degli Interni Matteo Salvini, con il pieno appoggio dell’esecutivo gialloverde. Il caso era diventato giudiziario, con i magistrati che avevano messo sotto accusa il leader della Lega: il Tribunale dei ministri di Palermo aveva accusato Salvini di sequestro di persona, il fascicolo fu trasmesso a Catania per competenza territoriale, la Procura etnea chiese l’archiviazione del procedimento ma fu respinta dal Tribunale dei ministri locale, che a quel punto chiese al Senato l’autorizzazione a procedere. La Giunta di Palazzo Madama, però, votò contro l’istanza e l’iter giudiziario per l’allora titolare del Viminale finì sul nascere, a differenza dell’analogo caso di Open Arms, per il quale Salvini era stato mandato a processo dal nuovo governo M5s-Pd, con l’accusa di aver sequestrato 147 clandestini per 19 giorni nell’agosto del 2019. Anche Open Arms si è chiuso, a dicembre scorso, con l’assoluzione con formula piena di Salvini. Per lui i magistrati avevano chiesto la condanna a sei anni e i clandestini un maxi risarcimento milionario. Che non hanno avuto, ma che ora, alla luce dell’ordinanza emessa ieri dalle Sezioni unite civili della Cassazione, potrebbero pretendere. Perché gli Ermellini, accogliendo il ricorso degli immigrati irregolari della Diciotti e rinviando a un giudice la quantificazione del danno, hanno fissato dei paletti sulla spinosa questione dell’invasione dall’Africa e stabilito dei principi guida, il più importante dei quali riguarda il fatto che la politica non può vietare lo sbarco dei clandestini. “Va certamente escluso che il rifiuto dell’autorizzazione allo sbarco dei migranti soccorsi in mare protratto per dieci giorni possa considerarsi quale atto politico sottratto al controllo giurisdizionale. Non lo è”, si legge nell’ordinanza firmata dal presidente Ettore Cirillo, “perché non rappresenta un atto libero nel fine, come tale riconducibile a scelte supreme dettate da criteri politici concernenti la Costituzione, la salvaguardia o il funzionamento dei pubblici poteri nella loro organica struttura e nella loro coordinata applicazione”. Per gli Ermellini “il soccorso corrisponde ad una antica regola di carattere consuetudinario, rappresenta il fondamento delle principali convenzioni internazionali, oltre che del diritto marittimo italiano e costituisce un preciso dovere tutti i soggetti, pubblici o privati, che abbiano notizia di una nave o persona in pericolo esistente in qualsiasi zona di mare in cui si verifichi tale necessità e come tale esso deve considerarsi prevalente su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare”. Insomma, il salvataggio in mare è un obbligo. Quindi porte aperte a tutti i clandestini. E tanti soldi dalle tasche degli italiani per chi viene respinto. La decisione della Cassazione ha riaperto lo scontro tra toghe e governo. Con la premier Giorgia Meloni che la definisce “frustrante”, che “non avvicina i cittadini alle istituzioni” e che colpisce perché obbliga a “dover spendere soldi per questo, quando non abbiamo abbastanza risorse per fare tutto quello che sarebbe giusto fare”. Per la premier la Cassazione afferma “un principio risarcitorio assai opinabile, quello della presunzione del danno, in contrasto con la giurisprudenza consolidata e con le conclusioni del procuratore generale”. E il governo sarà costretto a “risarcire – con i soldi dei cittadini italiani onesti che pagano le tasse – persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano”. Ancora più dura la reazione di Salvini, che parla di ordinanza “vergognosa” e di “un’altra invasione di campo indebita”. E tuona: “Assurdo. Paghino questi giudici di tasca loro, se amano tanto i clandestini”. Infine Tajani: “Il dovere del governo è di difendere i confini nazionali, ma se tutti gli immigrati irregolari chiedessero un risarcimento così facciamo fallire le casse dello Stato”.


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