Politica

Punture di spillo LE… “BUGIE” DI RENZI

di Redazione -

©imagoeconomica


Non è un mistero che Matteo Renzi piacesse molto a Silvio Berlusconi fino a considerarlo il suo… erede politico naturale e che il Cavaliere sia sempre stato nelle corde del ragazzotto toscano. Il patto del Nazareno – che altri e non loro due –  hanno fatto saltare era nato proprio da questo feeling tra, per così dire, due “venditori di pentole bucate”. Non è un caso infatti che Berlusconi, il meglio di sé, lo abbia dato nell’avventura televisiva e che il “Renzi-pubblico” sia nato sotto le luci di un gioco televisivo e non con la politica. E se tanto mi dà tanto… I due si sono “incontrati” tardi ma sono della stessa pasta: sproloquiare, “pensare” (sic) in grande, dire bugie perché qualcosa rimarrà e alla fine le fakes diverranno verità. L’ultima di Renzi riguarda il MES e la polemica sui ritardi nelle vaccinazioni. “Se lo avessimo preso sei mesi fa – dice il segretario di Italia Viva – oggi avremmo più vaccinati”. E NON È VERO! Le prime dosi – in Italia, in Europa, nel Mondo – sono arrivate solo a cavallo di Capodanno ed attualmente il target di vaccinazioni si aggira intorno ai 70/80 mila al giorno. Quindi…

 Altra fake riguarda la frase, davvero stucchevole, “noi facciamo politica”. Ed anche questo NON È VERO perché la “politica” di Renzi, come quella di tutti gli altri Partiti, si concretizza solo nell’occupazione di poltrone: il Bulletto di Rignano, ai tempi del Conte 2, ha preso parte in prima persona – appunto “per far politica” – alla trattativa del governo portando a casa, per la sua micro Corrente ben due Ministeri ed un sottosegretariato e solo dopo pochi giorni, incassate le poltrone,  ha lasciato il PD per dar vita al suo partitino del due per cento. Senza quelle poltrone, oggi, Renzi non avrebbe margini di ricatto. Altro che “Noi facciamo politica”! Inoltre il segretario di Italia Viva chiede di usare tutti i prestiti UE per progetti “additivi”, incurante di aggiungere alla già pesante zavorra del debito pubblico oltre 120 miliardi in sei anni invece dei 55 previsti nell’ultima bozza  del recovery plan di Palazzo Chigi con il rischio, quando si esaurirà il piano straordinario della Bce, che lo spread si allarghi e si debbano dover operare nuovi tagli. Questi è Matteo Renzi: furbo ma non intelligente, solo un Capetto arrogante e spregiudicato condannato in Italia, al termine di questa legislatura, alla irrilevanza politica. Il furbacchione lo ha capito e, “pensando” (sic)  in grande, punta ad altri lidi. La Nato? Auguri! 

PdA


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