Politica

Punture di spillo SALVINI, OVVERO TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO !

di Redazione -

Il leader della Lega Matteo Salvini durante il convegno in occasione dei 20 anni dall’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, Roma, 10 settembre 2021. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI


Domenica 6 giugno:  Salvini annuncia a TV e giornali che lunedì andrà da Draghi “anche per illustrare il progetto di federazione tra Lega e Forza Italia”. 

“Il centrodestra – anticipa con enfasi il Capitano – avrà una voce unica al governo: Così sveltiremo l’approvazione di decreti, emendamenti, faciliteremo le riforme del fisco e della giustizia, del codice degli appalti e tagli irpef”.

Passano solo 24 ore e la “notiziona”, che aveva agitato il mondo della politica e spaccato Forza Italia, si affloscia: Il Presidente del Consiglio opportunamente si chiama fuori e non si fa strumentalizzare, Berlusconi frena e, come se nulla fosse accaduto tra domenica e lunedì, Salvini esce da Palazzo Chigi dopo oltre un’ora abbondante e seraficamente esclude che “l’argomento federazione” sia stato un tema affrontato nell’incontro. “Con Draghi – dice ai giornalisti increduli – non ne abbiamo parlato. Con lui discuto di Italia, non di partiti”.

Allucinante! Come un giocatore delle tre carte il segretario della Lega nasconde quella vincente e… manda a vuoto chi aveva “puntato” sulle sue affermazioni del giorno prima.

Eppure alla tecnica del dire tutto e il contrario di tutto Salvini ci ha da tempo abituati. La cosa grave è che i giornalisti lo lascino parlare a ruota libera, senza contraddittorio e consentendogli di utilizzare impunemente i Media come un megafono o come una buca delle lettere…

Un po’ come avvenne nell’agosto 2019 quando il Segretario della Lega, all’apice dei consensi con un sonante 38% di sondaggi, staccò la spina al Conte 1 nella quasi certezza di andare ad elezioni anticipate, stravincerle ed ottenere i “pieni poteri”.

Le cose non andarono proprio così e Salvini si “autocondannò” all’opposizione.

Si ripete oggi lo stesso copione di allora ma a parti rovesciate: il Segretario di una Lega in crisi di consensi, scesa intorno al 21 per cento, rischia di “trasferire” la guida della Destra a Giorgia Meloni e di colpo, per stopparla, s’inventa una Federazione con Forza Italia: un corpaccione del 30 per cento che difficilmente la Presidente di Fratelli d’Italia potrebbe scalare.

Ma anche questa volta le cose non vanno secondo i suoi “desiderata”: il partito di Berlusconi “resiste” ad un’operazione che avrebbe i connotati di una vera e propria annessione e che potrebbe andare bene solo a qualcuno dei Tajani di turno per assicurarsi una ricandidatura nella futura legislatura. Anche perché i posti disponibili sarebbero solo 400 a Montecitorio e 200 al Senato.

Diciamo che anche questa volta Matteo Salvini non ha riflettuto ed è stato… precipitoso. Un urologo parlerebbe di una “eiaculatio ante portas”. 

PdA

 


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